Uno specialista per ogni segmento del corpo. A fare la differenza sono l'attenzione al paziente e la formazione continua
Sanità Italia
Uno specialista per ogni segmento del corpo. A fare la differenza sono l'attenzione al paziente e la formazione continua
L'équipe di Cremona può contare su undici professionisti (e due specializzandi) preparati ad intervenire in urgenza con tecniche mininvasive. Tutti hanno scelto di lavorare a Cremona per la possibilità di crescere imparando sul campo e per l'ambiente positivo e stimolante
Undici specialisti (e due specializzandi) per trattare tutti i segmenti del corpo. L’Ortopedia e traumatologia di Cremona può contare su un’équipe giovane e preparata. L’esperienza maturata sul campo e la formazione continua sono gli elementi distintivi del gruppo guidato da Erika Maria Viola, che ogni anno effettua oltre 1200 interventi, di cui il 25 per cento in emergenza. «L’ortopedico è un po’ medico e un po’ ingegnere», spiega Viola. «Capire come aiutare un paziente è una sfida diversa per ogni caso, soprattutto quando s’interviene su politraumatizzati. La pianificazione che precede l’intervento è la parte più importante del lavoro, per identificare l’impianto ideale e il modo in cui realizzarlo». Il lavoro d’équipe è fondamentale: «Essere circondata da giovani professionisti è molto motivante - prosegue Viola - La collaborazione e lo scambio di conoscenze ci consente di lavorare in modo efficace e crescere insieme, in un clima professionale positivo e stimolante».Tra le competenze acquisite dal gruppo rientra l’abilitazione ATLS (Advanced Trauma Life Support) per gestire al meglio l’attività d’urgenza ed emergenza in sinergia con le altre équipe del dipartimento Emergenza-Urgenza (diretto da Enrico Storti).L’attività di formazione si estende su scala nazionale: «Oltre a partecipare a corsi e convegni - aggiunge Viola l’Ortopedia di Cremona è inserita nel programma “surgeon to surgeon”, che consente agli specialisti dei diversi centri di partecipare o assistere ad interventi iperspecialistici, lavorando con colleghi di tutta Italia. È un’occasione per crescere e far crescere, attraverso un confronto tra pari per osservare tecniche e procedure innovative, nonché offrire supporto e consulenza sui casi più particolari».SPALLA, GOMITO POLSO: ARTROSCOPIA E ALTRE NOVITA' TERAPEUTICHEDirettore dell’Ortopedia di Cremona dal 2019, Erika Maria Viola (57 anni) si è laureata e specializzata all’Università di Parma. «Mi sono sempre occupata di patologia della spalla, la mia prima scelta – racconta – poi mi sono appassionata alla traumatologia, che negli anni Duemila ha avuto un’importante evoluzione, con importanti risultati in termini di ripristino delle prestazioni e della qualità di vita. «A Cremona ho trovato un ospedale pieno di persone motivate. Lavorare con un’équipe giovane porta energia e una crescita costante: tutti gli specialisti viaggiano all’estero per aggiornarsi e poi condividere con i colleghi le ultime novità terapeutiche. Trovare la migliore soluzione è una grande soddisfazione, come vedere un paziente che dopo le cure ricevute recupera autonomia e può riprendere in mano la propria vita»Pier Giulio Valenti (32 anni) ha completato la sua formazione all’Università degli studi di Parma e da otto mesi integra il team dell’Ortopedia di Cremona. A portarlo qui, «la buona fama del centro e le ottime possibilità di crescita professionale in una equipe giovane, eterogenea e collaborativa». Iperspecializzato nella chirurgia della spalla, utilizza sia tecniche tradizionali sia artroscopiche, sia in ambito ortopedico sia traumatologico. Sicuramente più complesso, ma sfidante».Laureata e specializzata all’Università degli studi di Parma, Cristina Galavotti (36 anni) lavora a Cremona dal 2019. «Sono specializzata nella chirurgia del gomito e della spalla, scelta approfondita con esperienze in Italia e all’estero. È specializzata nell’artroscopia di gomito e nella gestione della rottura del bicipite con tecniche mininvasive. È relatrice e moderatrice in congressi e corsi di formazione, oltre alla docenza a contratto per il corso di Fisioterapia dell’Università di Brescia.Laureato alla Sapienza di Roma e specializzato all’Università di Ferrara, Emanuele Gerace (35 anni) lavora a Cremona da quattro anni, dove si occupa della chirurgia dell’arto superiore e nello specifico del polso e della mano. «È il distretto più complesso – afferma -per trattarla non basta essere ortopedici, occorrono competenze di chirurgia plastica e microchirurgia, per intervenire in modo mininvasivo su strutture delicate e preservare la funzionalità dell’arto».RACHIDE, ANCA E GINOCCHIO: APPLICATE LE MIGLIORI TECNICHEOriginario di Sassari – dove sta concludendo il percorso di formazione - Alessandro Arbau (34 anni) è specializzando a Cremona. «Dopo aver frequentato un corso di traumatologia tenuto dalla dottoressa Viola ho chiesto la possibilità di entrare in équipe per un percorso formativo di sei mesi». In futuro vorrebbe dedicarsi alla chirurgia vertebrale, la sua passione: “Qui ho avuto l’occasione di mettermi alla prova, l’esperienza pratica è fondamentale, qualunque branca si scelga»Laureata all’Università degli studi di Palermo e specializzata a Verona, Chiara Comandé (42 anni) lavora a Cremona da undici anni ed è specializzata in chirurgia dell’anca e traumatologia. «Inizialmente volevo fare gastroenterologia, poi durante gli studi mi sono orientata verso l’ortopedia. A Cremona ho trovato un’équipe molto competente, che mi ha convinta a restare. Qui ho potuto apprendere molto e crescere professionalmente. C’è sempre da imparare».Andrea Leorati, (52 anni), lavora a Cremona da circa due anni. Dopo la formazione all’Università degli Studi di Milano, inizia in qualità di traumatologo dello sport per poi passare alla chirurgia dell’anca. All’estero approfondisce la protesizzazione con accesso mininvasivo, che preserva muscoli e tendini. «L’idea di riabilitare un paziente, spesso anziano, restituendo l’autonomia è una grande soddisfazione»Mirko Toso (47 anni) si occupa di chirurgia dell’anca e della traumatologia dell’arto inferiore. «Una branca che richiede parecchia formazione e aggiornamento per massimizzare i risultati e superare i limiti». Da quattro anni a Cremona, ritiene che esperienza e formazione debbano viaggiare di pari passo: «Lavorare su un’ampia varietà di casi con giovani colleghi porta ricchezza al gruppo di lavoro, così come il confronto con altre strutture, per condividere procedure e lavorare meglio».Laureato a Brescia e specializzato a Roma Tor Vergata, nel 2012 Lorenzo Jacopo Cesaretti (35 anni) ha scelto Cremona «per le ottime possibilità formative e professionali, nonché per il clima costruttivo e piacevole sul luogo di lavoro”. Qui si occupa della cura delle patologie di anca e ginocchio, in particolare la patologia degenerativa e il trauma dello sportivo.«Ho scelto Cremona perché penso sia un ottimo posto dove lavorare», afferma Alice Garzia (33 anni), in organico da nove anni. Laureata e specializzata a Parma in chirurgia del ginocchio, utilizza le più recenti tecniche di ricostruzione del legamento crociato anteriore e sutura del menisco, anche su traumi sportivi. Qui ha trovato la possibilità di «imparare sul campo e su una casistica di pazienti molto variegata, in un ambiente positivo caratterizzato dall’aiuto reciproco».Carlo Pasquali (64 anni) si è specializzato all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. «Ho iniziato ad occuparmi di chirurgia del rachide e dal 2000 sono passato al ginocchio, dalle protesi alla chirurgia artroscopica e legamentoplastica. L’esperienza maturata mi consente di aiutare i giovani a crescere in tempi rapidi: spesso e volentieri sono io ad affiancare loro in sala, lasciando la possibilità di eseguire interventi e procedure in prima persona, offrendo supporto e supervisione».Specializzato a Milano, Stefano Lodigiani (59 anni) lavora a Cremona dal 2020. L’esperienza di lungo corso lo porta a occuparsi della patologia del piede: «Oltre ad approfondire le malattie dell’osso e la parte traumatologica, mi occupo della correzione dell’alluce valgo o del piede piatto pediatrico. La mia storia e la mia esperienza sono alla base della scelta di specializzazione, che oggi perseguo a Cremona, dove posso contare su un’équipe eterogenea, in cui ognuno porta la propria visione migliorando il lavoro collettivo».
Undici specialisti (e due specializzandi) per trattare tutti i segmenti del corpo. L'Ortopedia e traumatologia di Cremona può contare su un'équipe giovane e preparata. L'esperienza maturata sul campo e la formazione continua sono gli elementi distintivi del gruppo guidato da Erika Maria Viola, che ogni anno effettua oltre 1200 interventi, di cui il 25 per cento in emergenza.
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«L'ortopedico è un po' medico e un po' ingegnere», spiega Viola. «Capire come aiutare un paziente è una sfida diversa per ogni caso, soprattutto quando s'interviene su politraumatizzati. La pianificazione che precede l'intervento è la parte più importante del lavoro, per identificare l'impianto ideale e il modo in cui realizzarlo». Il lavoro d'équipe è fondamentale: «Essere circondata da giovani professionisti è molto motivante - prosegue Viola - La collaborazione e lo scambio di conoscenze ci consente di lavorare in modo efficace e crescere insieme, in un clima professionale positivo e stimolante».
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Tra le competenze acquisite dal gruppo rientra l'abilitazione ATLS (Advanced Trauma Life Support) per gestire al meglio l'attività d'urgenza ed emergenza in sinergia con le altre équipe del dipartimento Emergenza-Urgenza (diretto da Enrico Storti).
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L'attività di formazione si estende su scala nazionale: «Oltre a partecipare a corsi e convegni - aggiunge Viola l'Ortopedia di Cremona è inserita nel programma "surgeon to surgeon", che consente agli specialisti dei diversi centri di partecipare o assistere ad interventi iperspecialistici, lavorando con colleghi di tutta Italia. È un'occasione per crescere e far crescere, attraverso un confronto tra pari per osservare tecniche e procedure innovative, nonché offrire supporto e consulenza sui casi più particolari».
SPALLA, GOMITO POLSO: ARTROSCOPIA E ALTRE NOVITA' TERAPEUTICHE Direttore dell'Ortopedia di Cremona dal 2019, Erika Maria Viola (57 anni) si è laureata e specializzata all'Università di Parma. «Mi sono sempre occupata di patologia della spalla, la mia prima scelta - racconta - poi mi sono appassionata alla traumatologia, che negli anni Duemila ha avuto un'importante evoluzione, con importanti risultati in termini di ripristino delle prestazioni e della qualità di vita. «A Cremona ho trovato un ospedale pieno di persone motivate. Lavorare con un'équipe giovane porta energia e una crescita costante: tutti gli specialisti viaggiano all'estero per aggiornarsi e poi condividere con i colleghi le ultime novità terapeutiche. Trovare la migliore soluzione è una grande soddisfazione, come vedere un paziente che dopo le cure ricevute recupera autonomia e può riprendere in mano la propria vita»
Pier Giulio Valenti (32 anni) ha completato la sua formazione all'Università degli studi di Parma e da otto mesi integra il team dell'Ortopedia di Cremona. A portarlo qui, «la buona fama del centro e le ottime possibilità di crescita professionale in una equipe giovane, eterogenea e collaborativa». Iperspecializzato nella chirurgia della spalla, utilizza sia tecniche tradizionali sia artroscopiche, sia in ambito ortopedico sia traumatologico. Sicuramente più complesso, ma sfidante».
Laureata e specializzata all'Università degli studi di Parma, Cristina Galavotti (36 anni) lavora a Cremona dal 2019. «Sono specializzata nella chirurgia del gomito e della spalla, scelta approfondita con esperienze in Italia e all'estero. È specializzata nell'artroscopia di gomito e nella gestione della rottura del bicipite con tecniche mininvasive. È relatrice e moderatrice in congressi e corsi di formazione, oltre alla docenza a contratto per il corso di Fisioterapia dell'Università di Brescia.
Laureato alla Sapienza di Roma e specializzato all'Università di Ferrara, Emanuele Gerace (35 anni) lavora a Cremona da quattro anni, dove si occupa della chirurgia dell'arto superiore e nello specifico del polso e della mano. «È il distretto più complesso - afferma -per trattarla non basta essere ortopedici, occorrono competenze di chirurgia plastica e microchirurgia, per intervenire in modo mininvasivo su strutture delicate e preservare la funzionalità dell'arto».
RACHIDE, ANCA E GINOCCHIO: APPLICATE LE MIGLIORI TECNICHE Originario di Sassari - dove sta concludendo il percorso di formazione - Alessandro Arbau (34 anni) è specializzando a Cremona. «Dopo aver frequentato un corso di traumatologia tenuto dalla dottoressa Viola ho chiesto la possibilità di entrare in équipe per un percorso formativo di sei mesi». In futuro vorrebbe dedicarsi alla chirurgia vertebrale, la sua passione: "Qui ho avuto l'occasione di mettermi alla prova, l'esperienza pratica è fondamentale, qualunque branca si scelga»
Laureata all'Università degli studi di Palermo e specializzata a Verona, Chiara Comandé (42 anni) lavora a Cremona da undici anni ed è specializzata in chirurgia dell'anca e traumatologia. «Inizialmente volevo fare gastroenterologia, poi durante gli studi mi sono orientata verso l'ortopedia. A Cremona ho trovato un'équipe molto competente, che mi ha convinta a restare. Qui ho potuto apprendere molto e crescere professionalmente. C'è sempre da imparare».
Andrea Leorati, (52 anni), lavora a Cremona da circa due anni. Dopo la formazione all'Università degli Studi di Milano, inizia in qualità di traumatologo dello sport per poi passare alla chirurgia dell'anca. All'estero approfondisce la protesizzazione con accesso mininvasivo, che preserva muscoli e tendini. «L'idea di riabilitare un paziente, spesso anziano, restituendo l'autonomia è una grande soddisfazione»
Mirko Toso (47 anni) si occupa di chirurgia dell'anca e della traumatologia dell'arto inferiore. «Una branca che richiede parecchia formazione e aggiornamento per massimizzare i risultati e superare i limiti». Da quattro anni a Cremona, ritiene che esperienza e formazione debbano viaggiare di pari passo: «Lavorare su un'ampia varietà di casi con giovani colleghi porta ricchezza al gruppo di lavoro, così come il confronto con altre strutture, per condividere procedure e lavorare meglio».