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Stress e resilienza: interventi clinici e fattori protettivi

Salute e benessere

Stress e resilienza: interventi clinici e fattori protettivi

Quali sono le strategie cliniche più efficaci per gestire lo stress nei pazienti?

Roberta Barba

22 Maggio 2024 13:00

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Guarda videoRoberta Curatolo, Psicoterapeuta e Psicodrammatista
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La comprensione dei meccanismi dello stress e lo sviluppo di strategie per accrescere la resilienza sono fondamentali per migliorare la qualità della vita. Per approfondire questo tema, abbiamo intervistato Roberta Curatolo, psicoterapeuta e psicodrammatista, specializzata presso l'Istituto di Psicodramma a orientamento dinamico di Roma.

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Come definirebbe la resilienza dal punto di vista psicologico e quali sono i principali fattori che la favoriscono?
"Da alcuni anni si è sviluppato un notevole interesse della letteratura verso il costrutto di resilienza, questa diffusione ha trovato terreno fertile sui social che lo hanno reso maggiormente 'affascinante'. In realtà però si tratta di un costrutto che trova le sue radici in fondamenti teorici già esistenti. Tra i costrutti psicologici che partecipano al fenomeno della resilienza, possiamo individuare: l''adattamento', il locus of control, l'autoefficacia e il coping.
Con il termine resilienza ci riferiamo, nelle scienze psicologiche, a quel processo attraverso cui gli individui riescono a fronteggiare le difficoltà, contrastando gli eventi negativi attraverso la propria capacità di adattamento. Affrontando dunque situazioni di disagio di varia entità e traendone un apprendimento. Possiamo dunque dire che questo processo faciliti un adattamento efficace. Differenti studi hanno indicato l'esistenza di tre macro aree di fattori protettivi:caratteristiche individuali, ambiente familiare e il contesto sociale. Fonti autorevoli sono Masten, 1994; Rutter, 1987; Werner & Smith, 1992".

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Quali sono i segnali che indicano la mancanza di resilienza in una persona e quando è opportuno chiedere aiuto?
"Trovo più opportuno parlare di resilienza in termini di 'risorsa', in tal senso infatti chi ritiene di non essere 'resiliente' non può essere definito come problematico o patologico.Tutti siamo potenzialmente resilienti e 'cresciamo' in termini di resilienza anche in funzione delle esperienze che hanno caratterizzato il nostro percorso. Nell'ambito cognitivo-sociale Albert Bandura teorizzò l''apprendimento sociale' evidenziando come l'apprendimento sia influenzato dall'ambiente dunque attraverso l'osservazione e l'interazione con gli altri".

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Quali sono le strategie cliniche più efficaci per gestire lo stress nei pazienti?
"È una bella domanda che richiederebbe accurati approfondimenti, mi limiterò a parlare del mio agire clinico e dell'esperienza basata sui casi studiati sulla base della mia formazione psicodinamica e della mia specializzazione in psicodramma.
Partendo da una buona analisi della domanda della 'persona stressata' inizia l'indagine sulla sofferenza psichica accusata ricercandone le cause e analizzando le caratteristiche di personalità ed eventuali conflitti.
Cosa nasconde questo 'stress'? È un quesito di base. Gli strumenti utilizzati per questa indagine sono i colloqui clinici e lo psicodramma quindi il lavoro nel gruppo attraverso il gioco di ruolo e la drammatizzazione.
Per i lettori più curiosi sul tema dello psicodramma vi consiglio di approfondire iniziando le ricerche dal suo ideatore: Jacob Levi Moreno.
Nel mio studio di psicoterapia conduco settimanalmente sessioni di psicodramma quindi l'invito che vi faccio è: partecipare per conoscere!.
Entrambi gli strumenti (colloqui e sessioni psicodrammatiche) permettono al terapeuta di mettere in luce punti di forza ed eventuali difficoltà consentendo all'individuo di riorganizzare positivamente la propria esperienza. Nel caso specifico dello stress grazie allo psicodramma sarà possibile avvalersi dello sharing del gruppo ovvero del processo di condivisione tra partecipanti dove nessuno è solo nel suo vissuto".

Quindi...
"
Per chiudere e tornare alla vostra domanda di partenza: nel mio lavoro clinico, con le persone e con i gruppi che seguo, non amo parlare di strategie poiché ogni individuo necessita di un ascolto specifico. Il paziente che si rivolge a me accusando una grave condizione di stress è un soggetto attivo e dunque il percorso terapeutico si costruisce insieme.
Un modello teorico che spesso amo citare è quello di Irvin Yalom dove paziente e terapeuta non sono due entità separate ma creano una squadra insieme in un clima di fiducia reciproca. Al centro di questo processo vi è dunque la relazione terapeutica".

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