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Selettività alimentare nei bambini con disturbo dello spettro dell'Autismo

Abilità oltre le disabilità: nuove prospettive!

Selettività alimentare nei bambini con disturbo dello spettro dell'Autismo

I trattamenti della selettività alimentare basati sui principi dell'Analisi del Comportamento Applicata risultano efficaci in quanto prevedono la modificazione delle variabili ambientali per incrementare comportamenti adattivi e ridurre comportamenti disfunzionali

Redazione

23 Ottobre 2024 09:00

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La selettività alimentare è un disturbo caratterizzato da una forte rigidità nelle scelte alimentari, che determina una limitata varietà di cibi che la persona è disposta ad assumere ed una scarsa accettazione a consumarne di nuovi. I bambini normotipici, solitamente, in particolare in età prescolare, mostrano un atteggiamento di preferenza verso alcuni alimenti e di rifiuto verso altri. Tale condotta solitamente si dissolve prima dei 6 anni, mentre nei bambini con Disturbo dello Spettro dell'Autismo (ASD) spesso si intensifica e sfocia in un vero e proprio quadro di selettività. 

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Il termine selettività alimentare (food selectivity) viene utilizzato per descrivere una vasta gamma di situazioni o comportamenti alimentari tra cui: presenza di un regime dietetico ristretto a specifiche categorie di alimenti, preferenza per un tipo di cibo, ridotta varietà nella scelta dell'alimento, comportamenti disfunzionali al momento del pasto, rituali e ossessioni intorno al cibo.
Essa fa riferimento a due aspetti fondamentali: da una parte, la ristretta variabilità di cibi assunti, legata alle caratteristiche sensoriali quali sapore, colore, temperatura e consistenza; dall'altra, i comportamenti disfunzionali legati al momento del pasto, a cui gli adulti di riferimento rispondono, finendo per presentare sempre quello preferito dal bambino. 

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Per il genitore, il comportamento problema durante il pasto rappresenta un evento avversivo e diventa dunque importante in quel momento terminarlo. Pertanto, rimuovere lo stimolo che ha generato il comportamento problema del bambino (la variazione di cibo) determina una cessazione dello stesso (rinforzo del comportamento dell'adulto). In questo modo, sia l'adulto che il bambino rinforzano negativamente il comportamento reciproco (l'adulto rimuove il cibo, il bambino termina il comportamento problema). Questo circolo vizioso porta al mantenimento, nel tempo, di un'alimentazione inadeguata, con eventuali ripercussioni a livello organico, quali mancanza cronica di nutrienti essenziali come minerali e vitamine, diminuzione o incremento ponderale eccessivo, stipsi.

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I trattamenti della selettività alimentare basati sui principi dell'Analisi del Comportamento Applicata (ABA) risultano efficaci in quanto prevedono la modificazione delle variabili ambientali per incrementare comportamenti adattivi e ridurre comportamenti disfunzionali. È possibile riassumere le procedure presenti in letteratura differenziandole tra quelle che prevedono la manipolazione degli antecedenti e quelle che si basano sulla manipolazione delle conseguenze. Tra questi ultimi viene indicato l'uso dell'excape extinction, che consiste nel non fornire la fuga alla presentazione del boccone di cibo o della bevanda quando il bambino emette comportamenti inappropriati durante l'ora del pasto. Nello specifico: la non rimozione del cucchiaio (non removal of the spoon). Si presenta il cucchiaio o la tazza vicino alle labbra del bambino fino a quando il bambino non apre la sua bocca per accettare il cibo solido o liquido; la guida fisica (physical guidance). Si provoca l'apertura della bocca applicando una leggera pressione alla giunzione mandibolare della mascella dove viene depositato il cibo.

Gli interventi basati sulla manipolazione degli antecedenti sono:  lo shaping. Per ciascun alimento target vengono rinforzate le approssimazioni successive al consumo; la presentazione simultanea. Si propongono al bambino gli alimenti preferiti e gli alimenti non preferiti, insieme; la presentazione sequenziale. Il cibo preferito viene elargito entro pochi secondi dall'accettazione di quello non preferito.
Sono state avanzate diverse ipotesi per spiegare la relazione tra manipolazione degli antecedenti  e cambiamenti nei comportamenti correlati all'alimentazione. Patel e collaboratori (2002) hanno ipotizzato che la riduzione della consistenza del cibo possa funzionare diminuendo le proprietà avversive del cibo, riducendo così i tassi di comportamento inappropriato durante i pasti la cui funzione è quella di sfuggire alle presentazioni del cibo. Un altro studio ha dimostrato che dimensioni del morso presentate in quantità sempre maggiori hanno aumentato lo sforzo di risposta (accettazione; deglutizione) e di conseguenza il "costo" dell'accettazione (Kerwin et al., 1995). 

È importante precisare che il trattamento della selettività alimentare risulta efficace se sono presenti le seguenti condizioni: un'équipe multidisciplinare che possa tenere in considerazione sia gli aspetti comportamentali, che quelli organici e oro-motori; un intervento individualizzato; la partecipazione attiva e il coinvolgimento dei caregivers; incontri di follow-up e supporto per facilitare il mantenimento dei progressi.
La tempestiva identificazione e il trattamento della selettività alimentare sono indipensabili per migliorare la qualità della vita della persona e prevenire possibili complicazioni nutrizionali e psicologiche.

Roberta Italiano
psicologa, psicoterapeuta, analista del comportamento 

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