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Sangue dal naso nei bambini, come intervenire

Il parere degli esperti

Sangue dal naso nei bambini, come intervenire

Da un punto di vista anatomico, l'origine del sanguinamento può presentarsi anteriormente o posteriormente

Redazione

25 Agosto 2024 09:00

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Sangue dal naso nei bambini: le cause. Le cause di epistassi nei bambini sono tipicamente locali ma è possibile, fortunatamente in casi più rari, che possano essere anche sistemiche o legate a patologie più importanti, anche neoplastiche.

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-  Cause locali: traumi (il dito nel naso è una causa frequente), cadute accidentali, infiammazione o infezione locale, malformazioni vascolari, introduzione di corpi estranei.
-  Cause sistemiche, molto più rare come
coagulopatie, malattia di Rendu-Osler-Weber, angiomi sanguinanti, angiofibroma giovanile. 


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Da un punto di vista anatomico, l'origine del sanguinamento può presentarsi anteriormente o posteriormente. 
Più del 90% dei casi ha origine nella regione anteriore del setto (area di Little o plesso di Kiesselbach), in quanto presenta molteplici anastomosi tra i sistemi arteriosi che irrorano il naso: rami della carotide interna (arterie etmoidali) e della carotide esterna (arteria palatina maggiore, sfenopalatina e labiale superiore). 
Nel 10% dei casi, l'epistassi è posteriore, dovuta a rottura di una branca dell'arteria sfenopalatina localizzata vicino alla coda del turbinato inferiore o del turbinato medio o in prossimità dell'area circostante al forame sfenopalatino, più raramente a livello della parete posteriore del setto nasale. 


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Per valutare facilmente una eventuale la causa è necessaria un'accurata osservazione da parte dei familiari e degli insegnanti. Valutare quante volte accade, se prevale una narice, se è collegata ad un andamento temporale/stagionale (possibile legame con allergopatie), osservare le dita del bambino (spesso sono sporche di sangue) e indagare con quali giochi è venuto a contatto (palline, piccoli giocattoli, imbottiture di cuscini, ecc). La presenza di corpi estranei intranasali si manifesta con ostruzione nasale unilaterale insieme a secrezione purulenta e maleodorante e infiammazione del vestibolo nasale, tipicamente nei bambini. L'esplorazione mediante rinoscopia anteriore e/o endoscopia, rivolgendosi ad uno specialista ORL, permette di visualizzare e localizzare il corpo estraneo ed estrarlo.

Cosa fare e cosa non fare durante l'epistassi nei bambini? Capita frequentemente che gli episodi di sanguinamento capitino in classe e sarebbe per questo utile sensibilizzare e formare gli insegnanti a gestirle. La prima azione da compiere è la compressione della narice sanguinante sul setto ed evitare l'estensione del capo al fine di impedire l'ingestione del sangue e dunque la conseguente indigestione. Si può applicare, qualora fosse disponibile, un tamponcino di cotone imbevuto di un vasocostrittore topico e si continua la compressione digitale. 

1. Compressione digitale in attesa di una valutazione specialistica
2. Valutazione specialistica ORL: si esamina la fossa nasale (rinoscopia anteriore) per localizzare il punto sanguinante e trattarlo con i seguenti metodi: - Causticazione chimica con nitrato d'argento o ac. tricloroacetico (anche in ambulatorio)
- Elettrocoagulazione (in regime di Day Hospital)
- Tamponamento nasale anteriore 
o Posteriore qualora non si riesca a identificare il punto sanguinante (si utilizzano garze o tamponi preformati -Merocel- e in questi casi si associa la terapia antibiotica) meno frequenti nei bambini: -Trattamenti interventisti: 

•Chirurgia endoscopica rinosinusale

• Embolizzazione arteriosa 
•Legatura arteriosa

Oltre al trattamento locale, in caso di emorragia intensa, è importante valutare la necessità di ripristino della volemia o di emoderivati. 
Quando preoccuparsi se esce il sangue dal naso ai bambini? La preoccupazione non dovrebbe accompagnare alcuna gestione clinica e/o interventistica. Tuttavia occorre, forse meglio, attenzionare alcuni aspetti dell'epistassi nel bambino. Osservarne l'andamento, se troppo frequenti e copiose potrebbero incidere negativamente sull'emocromo e anemizzare il piccolo paziente. Occorre dunque valutare l'opzione specialistica con l'obiettivo di arrestare gli eventi, che, sia nella memoria del bambino che del genitore, rimangono inevitabilmente impressi. Queste memorie pongono soprattutto il bambino in un clima di percezione di un pericolo costante e dunque il rischio della asocialità e dell'abbandono di passioni sportive, ad esempio. 

Infine l'esclusione delle possibili problematiche sistemiche e di ordine anche neoplastico aprioristicamente, è un atteggiamento da abbandonare per non banalizzare un segno che potrebbe, seppur raramente, rappresentare la spia di altre cause.

Dott.ssa Antonella Ballacchino

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