Sanità Italia
Policlinico di Milano: rene donato dal marito, superata l'incompatibilità
Trapianto pre-emptive riuscito al Policlinico di Milano
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Ogni trapianto porta con sé una storia unica. E quella di Manuela racconta di tanta resilienza e di un amore immenso. Colpita fin da giovanissima da una malattia autoimmune che pian piano compromette la salute dei suoi reni, quando si trova davanti al bivio della dialisi o del trapianto si fa avanti il marito Paolo per donarle uno dei suoi reni. Ma per arrivare al lieto fine bisogna affrontare una nuova sfida: l'incompatibilità dei gruppi sanguigni tra marito e moglie che porterebbe al rigetto dell'organo trapiantato.
Grazie però all'expertise dei team della Nefrologia, Dialisi e Trapianti di Rene e della Chirurgia Generale - Trapianti di Rene del Policlinico di Milano è stato possibile superare anche questo ostacolo e dare a Manuela la possibilità di una nuova vita.
Convivere con una malattia cronica a volte obbliga a fare i conti con una salute precaria. Come è successo a Manuela, quarantanovenne moglie di Paolo e mamma di Mia, che da adolescente inizia a soffrire di una malattia autoimmune che altera soprattutto la funzionalità dei suoi reni. Una condizione andata via via peggiorando fino ad avere un'insufficienza renale per cui si prospetta la dialisi come possibile trattamento. L'alternativa proposta però dal team della Nefrologia, Dialisi e Trapianti di Rene del Policlinico di Milano - guidato da Giuseppe Castellano - è effettuare un trapianto "pre-emptive", cioè preventivo, che consente di evitare l'inizio della dialisi. Vista questa ulteriore possibilità, il marito Paolo si propone subito di donarle un suo rene. Dalle analisi emerge però che Manuela e Paolo hanno gruppi sanguigni incompatibili: una condizione che aumenta il rischio di rigetto dell'organo trapiantato e di complicanze, in modo molto più severo e rapido.
Per superare questo ulteriore ostacolo, circa un mese prima dell'intervento, Manuela inizia un sofisticato trattamento di preparazione al trapianto, che prevede costanti controlli per garantirne il successo. Si tratta di una strategia terapeutica all'avanguardia, che consente di procedere poi, dal punto di vista tecnico, con l'intervento "classico". È una pratica ampiamente diffusa negli Stati Uniti e in Giappone, ma in Italia viene eseguita solo in pochi centri, tra cui il Policlinico di Milano.
Ai primi di febbraio è stato possibile effettuare con successo il trapianto, realizzato dal team della Chirurgia Generale - Trapianti di Rene del Policlinico di Milano, sotto la guida di Mariano Ferraresso, con una veloce ripresa della coppia dopo l'intervento. Ora Manuela e Paolo sono a casa insieme alla piccola Mia per riprendere il filo della loro vita, là dove la malattia l'aveva interrotto.
"L'eccellente risultato ottenuto dimostra l'alto livello di competenza e le tecnologie all'avanguardia del Policlinico di Milano, dove negli ultimi anni sono stati eseguiti numerosi trapianti 'incompatibili'. Grazie a protocolli avanzati, è possibile affrontare con successo questi casi, ampliando così le opportunità di trapianto per chi è in attesa di un organo. Non dobbiamo dimenticare che si tratta sempre di un grande lavoro di squadra che vede coinvolti diversi specialisti con le loro expertise. Questo caso testimonia non solo l'elevata specializzazione del nostro gruppo, ma anche la capacità di affrontare in sinergia con gli altri esperti del Policlinico di Milano le sfide complesse in ambito trapiantologico e offrire cure all'avanguardia, consolidando il nostro ruolo di riferimento nazionale nei trapianti di rene" commentano Giuseppe Castellano e Mariano Ferraresso, entrambi anche docenti dell'Università degli Studi di Milano.
Nello scatto il prof. Mariano Ferraresso e Manuela con il marito Paolo, poco prima di tornare a casa.