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"Non guardare il cellulare appena svegli": cosa succede se lo fai

Salute e benessere

"Non guardare il cellulare appena svegli": cosa succede se lo fai

Secondo il neurologo il dispositivo può avere effetti dannosi sul nostro organismo. Il nostro cervello è costretto a passare rapidamente da una fase di riposo a una servile, facendoci provare ansia e stress

Redazione

01 Giugno 2024 19:30

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Il cellulare è ormai diventato un dispositivo di riferimento. Oggi, sempre di più, continua a inglobare dentro sé servizi e funzionalità di altri supporti digitali e si interconnette a sempre nuovi device indossabili. Se da una parte ne aumenta quindi l'utilizzo, conseguentemente ne aumentano di riflesso anche le preoccupazioni riguardanti il suo eccessivo uso e anche la dipendenza nei suoi confronti.

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Qualche anno si è parlato dei pericoli che si possono correre usando lo smartphone e il tablet  prima di andare a dormire, in quanto possono rivelarsi assai dannosi, in particolare per il nostro riposo, portando la qualità del sonno a risentirne. In quel caso la colpa era stata data soprattutto alla luce blu emessa da questi dispositivi. Adesso però è risultato che anche guardare il telefono appena svegli può essere pericoloso. Il professore Piero Barbanti, neurologo e responsabile del Centro diagnosi e terapia delle cefalee e del dolore dell'Irccs San Raffaele Roma, ha avvertito che "l'utilizzo immediato del telefono da appena svegli ha conseguenze sul nostro organismo. Equivale a seppellire il cervello di informazioni facendolo correre di prima mattina, dietro ispirazioni banali o drammatiche, che fanno passare troppo rapidamente il cervello da una fase creativa notturna a una fase servile diurna generando ansia e tecnostress".

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Intervistato da il Messaggero, il medico ha spiegato che "secondo i dati Deloitte più di un terzo degli utenti in tutto il mondo afferma di controllare il telefono entro cinque minuti dal risveglio al mattino e il 20% di loro lo controlla più di 50 volte al giorno. La dipendenza dagli smartphone è un fenomeno che riguarda tutti, e a essere colpiti sono per lo più gli adulti. I dati ci parlano di una crescita dei disturbi legati alla tecnologia. La sensazione che si trova dietro la dipendenza dell'utente è la paura di essere tagliato fuori da qualcosa o trovarsi in una situazione di pericolo e non accorgersene, e questa è una follia, la vita va avanti anche senza di noi".

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Il professore ha parlato si ‘Fear of missing out', che sta a significare la paura di essere tagliati fuori. In pratica, si tratta del timore di rimanere fuori da ogni cosa e del conseguente desiderio di essere sempre connessi e partecipi alla vita di tutto e tutti. Come ha precisato Barbanti "l'idea sbagliata è quella di perdere un'opportunità, o che, se c'è qualcosa di pericoloso, non potrà essere avvertito in tempo".

La sfida che ha lanciato il neurologo è quella di "provare a stare una mezza giornata senza wi-fi. Le sensazioni iniziali sarebbero quelle di smarrimento, mancanza, nervosismo, fatica, ma durerebbero pochissimo".

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