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MR-proADM: un biomarker innovativo per la gestione dello shock settico in terapia intensiva

Sanità Italia

MR-proADM: un biomarker innovativo per la gestione dello shock settico in terapia intensiva

La proadrenomedullina (MR-proADM) "in particolare la sua porzione centrale, non soggetta a degradazione enzimatica" è invece un suo biomarker surrogato (1:1) e consente di indagare la disfunzione endoteliale, che accomuna tutti i quadri di shock, incluso lo shock settico

Redazione

18 Settembre 2024 09:00

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L'adrenomedullina (ADM) è un ormone vasoattivo difficilmente dosabile in quanto viene rapidamente metabolizzato dalle proteasi (la sua emivita è di 22 minuti).

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La proadrenomedullina (MR-proADM) - in particolare la sua porzione centrale, non soggetta a degradazione enzimatica - è invece un suo biomarker surrogato (1:1) e consente di indagare la disfunzione endoteliale, che accomuna tutti i quadri di shock, incluso lo shock settico. La MR-proADM è un predittore indipendente di cinque tipi di danno d'organo, con la sola eccezione di quello epatico, e consente pertanto un monitoraggio continuativo del paziente. Nella videopillola il dott. Bruno Viaggi, neurointensivista all'Ospedale Careggi di Firenze, illustra i principali risvolti applicativi di questo biomarker nell'ambito dell'unità di terapia intensiva (UTI). 

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Contestualizzazione della MR-proADM in Terapia Intensiva. La MR-proADM è un utile complemento agli score impiegati nella UTI per stabilire la severità della condizione clinica del paziente (SOFA, APACHE) e concorde con il quadro clinico, nel quale tutti i marker devono essere necessariamente contestualizzati. Più in dettaglio, l'aspetto da valutare della MR-proADM, analogamente alla procalcitonina (PCT), è la sua clearance: un washout più rapido si associa infatti a maggiori probabilità di sopravvivenza.

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Come anche dimostrato in uno studio pubblicato qualche anno fa (PlosOne 2018; 13: e 0201491), la MR-proADM, a differenza di SOFA e PCT, offre l'opportunità di prevedere con circa 24 ore di anticipo lo sviluppo di uno shock settico. Da qui il suo razionale di impiego in dual approach con la PCT: la MR-proADM come biomarker di danno d'organo e di elevato valore prognostico, la PCT come biomarker principale di sepsi e nella valutazione dell'efficacia della terapia antibiotica. La valutazione integrata dei due dosaggi consente quindi una diagnosi più accurata e personalizzata.

Un valido supporto decisionaleI cut-off della MR-proADM sono stati definiti nel corso del tempo e oggi consentono di personalizzare la strategia e l'intensità di cura: per esempio un valore di MR-proADM inferiore a 2,25 nmol/L giustifica il trasferimento di un paziente da un ambiente intensivo a uno subintensivo, mentre in pronto soccorso il suo livello può supportare il medico nella decisione di ricoverare, trattenere temporaneamente, o dimettere un malato in rapporto al suo profilo di rischio. L'importanza diagnostica della MR-proADM è dovuta al fatto che il suo valore è indipendente dall'eziologia.

Un'altra sua opportunità di impiego in dual approach è la stratificazione del rischio di MDR (Multidrug Resistance), mirata a selezionare i pazienti affetti da infezioni respiratorie o sistemiche da sottoporre a diagnostica rapida. (tecnicaospedaliera.it)

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