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L'uso di semaglutide potrebbe essere collegato a una grave (ma rara) patologia oculare

Salute e benessere

L'uso di semaglutide potrebbe essere collegato a una grave (ma rara) patologia oculare

In chi è in cura con semaglutide è più alta l'occorrenza di una neuropatia ottica che danneggia la vista: un'associazione da indagare più a fondo

Redazione

16 Luglio 2024 09:00

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Le persone in cura con farmaci a base di semaglutide potrebbero incorrere in un rischio maggiore di sviluppare una rara, ma seria condizione oculare che può provocare una parziale perdita della vista.

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La patologia si chiama neuropatia ottica ischemica anteriore non arteritica o NAION (acronimo di non-arteritic anterior ischemic optic neuropathy). In base a uno studio condotto in 6 anni sui dati di quasi 17.000 pazienti, coloro che usano semaglutide contro il diabete di tipo 2 risultano 4 volte più a rischio di incorrere in una NAION rispetto a chi è in cura con farmaci diversi; chi prende semaglutide perché obeso, corre un rischio di NAION 7 volte più elevato di chi assume altri medicinali. La ricerca è stata pubblicata su Jama Ophthalmology.   

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ASSOCIAZIONE, NON CAUSA-EFFETTO. 
Complice il suo aumento di popolarità stiamo ormai imparando a conoscere i meccanismi di base della semaglutide, il farmaco iniettabile venduto con i nomi commerciali di Ozempic o (all'estero) Wegovy che lenisce l'appetito, abbassa la glicemia e favorisce la perdita di peso.
Il nuovo studio - è bene chiarirlo subito - non prova che la semaglutide causa la NAION, né riesce a spiegare il perché del rischio aumentato o della differenza tra i due sottogruppi di pazienti. Si limita a rilevare un'associazione che varrà la pena approfondire, dato il recente aumento della popolazione non affetta da diabete che ricorre alla semaglutide (anche attraverso prescrizioni off-label, cioè per impieghi diversi da quelli autorizzati) solo per perdere peso.

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QUALE PATOLOGIA OCULARE? La naion è una malattia acuta e indolore dovuta a un danno irreversibile al nervo ottico conseguente a un'ischemia, ossia alla perdita parziale o totale di afflusso di sangue in esso. Di norma ha un'incidenza di 2-10 casi per 100.000 persone per anno, e può comportare un deficit come la perdità di metà campo visivo o di acuità visiva.
PIÙ COLPITI SE IN CURA COL FARMACO. I ricercatori della Harvard Medical School hanno analizzato i dati di 16.827 pazienti trattati nell'ospedale universitario di Oftalmologia Massachusetts Eye and Ear per varie patologie nel corso di sei anni. Tra questi vi erano 710 pazienti con diabete di tipo 2, 194 dei quali in cura con semaglutide; e 975 pazienti sovrappeso o con obesità, 361 dei quali in cura con semaglutide.

Gli scienziati hanno rilevato: 17 casi di NAION tra i pazienti con diabete di tipo 2 sotto semaglutide e 6 casi tra i pazienti con diabete di tipo 2 in cura con altri farmaci; 20 casi tra i pazienti obesi o sovrappeso sotto semaglutide e 3 casi tra i pazienti obesi o sovrappeso in cura con altri farmaci.
INDAGARE MEGLIO. Un temporaneo peggioramento delle capacità visive è contemplato  come possibile effetto avverso dei farmaci a base di semaglutide per i pazienti affetti da retinopatia diabetica, una complicazione del diabete che colpisce gli occhi. La NAION non era ancora nella lista e perché ci finisca occorrerà indagare meglio questo collegamento, definito dagli stessi autori dello studio «interessante, ma provvisorio».

I piccoli numeri di pazienti interessati rendono comunque l'associazione piuttosto debole, dal punto di vista statistico; le persone che hanno sviluppato la condizione potrebbero non aver usato la semaglutide nel modo corretto  o nei giusti dosaggi, o essere poco rappresentative della popolazione generale. Secondo la Novo Nordisk, la multinazionale farmaceutica danese che produce Ozempic e Wegovy e che al momento detiene il monopolio nei trattamenti anti-obesità, lo studio non ha preso in considerazione altri fattori di rischio per la NAION, come l'abitudine al fumo o il numero di anni vissuti con il diabete.

UNA CAUTELA AGGIUNTIVA. L'azienda ha comunque detto di prendere studi sui possibili effetti avversi come questo "molto sul serio". Joseph Rizzo, professore di Oftalmologia dell'Harvard Medical School, afferma in conclusione: «Si tratta di informazioni che non avevamo prima e che dovrebbero essere incluse nelle discussioni tra i pazienti e i loro medici, soprattutto se i pazienti hanno altri problemi noti del nervo ottico come il glaucoma o se esiste una significativa perdita visiva preesistente dovuta ad altre cause». (Focus)

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