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Febbre, mal di testa e anemia: cos'è il morbo misterioso del Congo?

Salute e benessere

Febbre, mal di testa e anemia: cos'è il morbo misterioso del Congo?

Stando agli ultimi aggiornamenti dell'OMS, al 5 dicembre 2024, sono 406 i casi accertati di questa malattia di cui ancora non si conosce molto. Nel dettaglio, ad essere colpita è la zona di Panzi che si trova nella provincia di Kwango

Redazione

11 Dicembre 2024 16:00

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Cos'è il morbo misterioso del Congo? Il morbo misterioso o malattia misteriosa del Congo è una patologia dalle cause sconosciute diffusasi negli ultimi mesi in una regione occidentale del Congo, dove ha causato un cospicuo numero di vittime. Stando agli ultimi aggiornamenti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), al 5 dicembre 2024, sono 406 i casi accertati di questa malattia di cui ancora non si conosce molto. Nel dettaglio, ad essere colpita è la zona di Panzi che si trova nella provincia di Kwango.

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Vista l'eziologia sconosciuta, la malattia è anche stata rinominata come "malattia X" o, in inglese, "disease X".
Quali sono i sintomi della malattia del Congo? FebbreTosseNaso che colaMal di testaDolori muscolari.
Quelli riportati nel soprastante elenco sono i principali sintomi riportati nei pazienti con malattia del Congo. A questi, se ne aggiungono altri, frequentemente associati ai casi di morte, quali: Difficoltà respiratorieAnemiaSegni di malnutrizione acuta.

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Quali sono le cause? Al momento, le cause rimangono sconosciute: potrebbe trattarsi di un'infezione virale, oppure di un'infezione batterica, ma ancora nulla è certo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha inviato sul posto un team di risposta rapida affinché potesse identificare la causa scatenante il focolaio e, ad oggi, le ipotesi sulle patologie potenzialmente responsabili della succitata sintomatologia sono diverse. Fra queste figurano: COVID-19Polmonite acutaInfluenzaMorbilloSindrome uremica emolitica da Escherichia coliMalaria.
La malnutrizione che affligge la popolazione del luogo è considerata un fattore concomitante nello sviluppo di questa malattia non ancora identificata.
Ad ogni modo, non si può escludere la possibilità che vi siano più malattie a concorrere l'una con l'altra per dare origine alla sintomatologia finora descritta.

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Chi è più colpito? I bambini e gli adolescenti sono la categoria di pazienti maggiormente colpita. Al momento, sempre basandosi sui dati OMS, i bambini fra 0 e 14 anni rappresentano il 64,3% dei casi totali finora segnalati.
Le ragioni di ciò non sono note, ma potrebbe esserci il coinvolgimento di diversi fattori a far sì che la malattia colpisca più facilmente pazienti in età pediatrica o adolescenziale, quali ad esempio: un sistema immunitario non pienamente sviluppato, condizioni di malnutrizione ed eventualmente sovrainfezioni in corso. Ancora una volta, tuttavia, si tratta di ipotesi in attesa di conferma.

Come è la situazione in Congo? A causa dell'isolamento della zona colpita, le notizie che ci arrivano sono scarse e non si è in grado di avere, almeno per ora, conferme ufficiali. Al momento, ad esempio, non è ancora certo il numero di morti che sembra essere compreso fra i 70 e i 140.
Ad ogni modo, la maggior parte dei deceduti aveva un'età inferiore ai 15 anni e i casi più gravi erano accomunati tutti da gravi condizioni di malnutrizione. 
Perché è difficile fare la diagnosi? L'area in cui è sorto il focolaio è piuttosto remota e difficilmente raggiungibile. Tale difficoltà è ulteriormente aumentata dalla stagione delle piogge che sta avendo luogo in quella zona proprio in questo periodo. L'identificazione dell'agente causale questa malattia è reso difficoltoso non solo perché la zona è fisicamente difficile da raggiungere, ma anche perché l'assistenza sanitaria è carente se non nulla in quell'area e, inoltre, mancano le strutture necessarie ad analizzare i campioni raccolti dai pazienti.

Il caso in Italia: cosa è successo? Dal 22 novembre al 3 dicembre 2024 è stato ricoverato presso l'Ospedale San Luca di Lucca un uomo rientrante dal Congo che presentava sintomi che potrebbero essere compatibili con quelli della malattia misteriosa del Congo. L'uomo è guarito ed è quindi stato dimesso. Poiché al momento della dimissione del paziente il focolaio di malattia misteriosa del Congo non era ancora noto, il paziente è stato recentemente richiamato per effettuare ulteriori accertamenti.
L'azienda ospedaliera di Lucca sta collaborando con Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità per monitorare la situazione e fare le dovute indagini.

In particolare, i campioni prelevati dall'uomo sono stati inviati all'ISS che provvederà ad analizzarli. La situazione, pertanto, resta in evoluzione. 
Va precisato, tuttavia, che il paziente in questione - recatosi in Congo per motivi di lavoro - non ha soggiornato nell'area interessata dal focolaio, bensì a centinaia di kilometri di distanza. In qualsiasi caso, come da corretta prassi, l'ospedale ha proceduto ad informare l'ISS che si è attivato di conseguenza.

Dobbiamo preoccuparci? Nonostante i titoli allarmistici che si leggono ultimamente, al momento non c'è bisogno di preoccuparsi. 
Come affermato dalla stessa OMS, infatti, il rischio di diffusione di questa malattia a livello europeo e globale rimane basso.
Al contrario, il rischio di diffusione verso zone limitrofe la zona di Panzi, dove è presente il focolaio, viene considerato moderato.  Nel frattempo, a scopo cautelativo l'Italia ha innalzato la soglia di attenzione su tutti i punti di ingesso e, in particolare, per i voli provenienti dal Congo.

(www.my-personaltrainer.it)

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