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Giuseppe Amato, Legambiente Sicilia: "Fondazione Lago di Pergusa è inutile, occorre istituire una cabina di regia con la presenza di tutti gli enti interessati"
"Leggo di alcune fantasiose proposte su Pergusa. Fatte di certo in brain storming tra diverse menti, ognuna più o meno affascinata. Il trasloco dei pesci dagli invasi è una follia"
Chi fa cosa.
Fantasticare è lecito, fantasticando si possono anche avere le idee più feconde. Purtroppo la fantasia deve poi fare i conti con la realtà, spesso ben diversa per norme e consuetudini da quello che ognuno di noi può aver creato durante le sue incursioni nel fatato mondo della fantasia.
Per esempio da sempre fantastico sulla ricostituzione del paesaggio delle pendici ennesi con i loro antichi terrazzamenti, con gli orti pensili ed i frutteti, le vigne e gli oliveti. Da sempre immagino una rete di percorsi pedonali che, dalla città antica, scendano giù a valle seguendo le tracce delle antiche vie e toccando i punti nevralgici che la storia e la natura hanno disseminato sulle pendici. Da sempre, però, mi sono scontrato con il disinteresse tutto ennese per le pendici, con le colpevoli cancellazioni (la chiesetta di kamuth in ultimo), con le trasformazioni in munnizzari di angoli paradisiaci.
Oggi leggo di alcune fantasiose proposte su Pergusa. Fatte di certo in brain storming tra diverse menti, ognuna più o meno affascinata da uno dei tanti aspetti presenti nella conca.
Oggi vorrei fare da "sveglia mattutina" ricordando alcune cose che ritengo fondamentali.
Intanto le Norme. Se una comunità è matura da queste non può prescindere.
Secondo le norme la parte centrale del bacino di Pergusa ha un così alto valore naturale che è definita quale Zona Speciale di Conservazione ZSC e Zona di Protezione Speciale ZPS ai sensi di due Direttive Europee. Pergusa, come sappiamo, è anche una Riserva Naturale Regionale, con vincoli e regolamenti.
Pergusa ha un lago o quel che ne resta che è di proprietà della Regione Siciliana con un appartenenza al demanio che è inalienabile. Pergusa ha due grandi aree demaniali siciliane nei due parchi gestiti dal Dipartimento dello sviluppo rurale e territoriale, quello che un tempo si chiamava "Forestale", Pergusa ha un villaggio il cui cuore è di fondazione fascista, con una interessantissima composizione urbana oggi in parte nascosta da successivi interventi e sfregiata da un distributore di carburante che occupa l'area più appetibile del corso centrale, ma magnificamente espressa dalla sua piazza principale. Pergusa ha poi una vasta area periurbana con proprietà private di pregio anche antiche e, tra esse, una proprietà comunale oggi ceduta alla Regione nella speranza che la stessa la usi ai fini del miglioramento dell'offerta sanitaria pubblica del territorio. Pergusa ha un impianto motoristico che si compone di pezzi di proprietà del demanio del Libero Consorzio Comunale come la pista e la strada circumlacuale, e di pertinenza comunale, come la grande tribuna. Pergusa ha poi, nella parte più alta del suo bacino, diverse aree di interesse archeologico una delle quali, la maggiore, Cozzo Matrice, acquisita definitivamente al demanio Pubblico Regionale e gestita dal Parco Archeologico Regionale di Morgantina e della Villa del Casale.
Pergusa, ha un grande compendio di proprietà del Libero Consorzio, che comprende la casina di Caccia e Villeggiatura che fu della famiglia Grimaldi di Geracello, un lembo di querceta originaria ed un vasto uliveto ospitante la maggior collezione di varietà olivicole al mondo.
Pergusa ha un'area di proprietà comunale dotata di servizi alla collettività ed allo sport, con il Visitor center, con il campo di calcio ed il vasto parcheggio, con i campi di tennis e le piscine e con un vasto ex camping il cui destino è ancora da definirsi.
Attorno tutto questo, con esso e di esso, vive la comunità pergusina con i suoi esercizi commerciali specializzatisi nell'accoglienza turistica e, da qualche tempo, con un nuovo fermento dato dalla presenza dei primi semi di una nuova funzione, quella universitaria, sia della Kore che della Dunarea.
Un quadro complesso, coperto da vincoli, parte integrante del sistema che l'UNESCO ha riconosciuto di valor tale da designarlo come Global Geopark concedendo l'uso del prestigioso marchio.
Un quadro che, di certo, non può essere gestito da una sola delle tante istituzioni interessate anche laddove la fantasiosa fantasia abbia potuto partorire chissà quale fantastico sogno.
Il mio sogno sarà diverso da quello del mio vicino e sempre e solo sogni saranno ambedue.
Allora come si può pensare di costruire un unico ente, una "roba" non prevista da alcuna legge, così possente da comprendere ogni variegata sfumatura di un così complesso paesaggio, per sostituirsi alla specializzata azione di almeno cinque o sei enti pubblici peraltro proprietari di vaste parti del paesaggio stesso?
Il percorso non potrà che esser ben diverso e passare da strettoie già definite dalla Legge, quali, ad esempio la sussistenza dei vincoli, paesaggistico, naturalistico, idrogeologico, archeologico. E poi dal rispetto dei dettami del piano di gestione della ZSC/ZPS, e dalle norme dettate dalle leggi regionali, nazionali e comunitarie.
Più facile allora una cabina di regia, con la presenza di tutti gli enti interessati e che, tracciato il solco normativo, giunga a semplici condivisioni di intenti per obiettivi concertati e condivisi anche con la comunità, che, lo ricordo a me stesso, non è semplicemente rappresentata da chi siede in CC.
Roba da far demordere chiunque ma anche roba che qualcuno già prova da tempo. Per esempio, Cari Consiglieri, avete mai osservato come funziona il Rocca di Cerere Geopark, con il suo Steering Commitee?
Da lì sono venute alcune delle azioni più interessanti messe in campo sul territorio dell'ennese, i Geopark Center di Cacchiamo, Assoro, Leonforte, La Rocca di Cerere Factory, la nuova tabellazione del Parco Floristella, lo stesso Visitor Center e tra poco Cozzo Matrice ed il Varisano.
Immaginare senza far tesoro di quel che è stato già fatto, mi si consenta, è riduttivo, se volete, sinanco offensivo per i percorsi messi in campo con fatica, dedizione e danaro.
Ricorda da vicino la descrizione dell'elefante fatta dai saggi ciechi.
Cambiate passo, cambiate metodo.
Regione Siciliana: Crisi idrica, Autorità di bacino ai gestori delle dighe: «Trasferire fauna ittica per uso risorse»
Consentire un utilizzo massimale delle risorse idriche disponibili negli invasi, evitando al tempo stesso la morìa della fauna ittica presente al loro interno. Con questo obiettivo l'Autorità di bacino della Presidenza della Regione si rivolge ai gestori delle dighe della Sicilia, invitandoli ad attivare un attento monitoraggio e predisporre un celere trasferimento dei pesci. La disposizione nasce dalla considerazione del progressivo svuotamento degli invasi che rende necessario l'utilizzo dei cosiddetti "volumi morti", che però non può essere effettuato in presenza della fauna ittica che attualmente popola le dighe. Ecco perché, così come prevede la legge, è necessario il trasferimento, alla luce dell'innalzamento delle temperature che causa la moria della fauna e determina quindi l'inutilizzabilità dell'acqua a fini potabili. Per utilizzare anche le risorse idriche residue l'Autorità di bacino chiede ai gestori "di adeguare i propri sistemi di prelievo, utilizzando, se il caso, piattaforme galleggianti in grado di consentire l'utilizzo delle risorse idriche".
La risposta di Legambiente sul trasferimento dei pesci
Legambiente esprime preoccupazioni per gli impatti ecologici, poiché i pesci verrebbero trasferiti in acque con condizioni significativamente diverse, potenzialmente pericolose per la fauna ittica a causa delle variazioni di temperatura e profondità, oltre al rischio di miscelare prede e predatori.
Fonte: Giuseppe Maria Amato FB - www.facebook.com/giuseppe.m.amato
Video: Greenreport YT