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Chirurgia bariatrica e obesità infantile: intervista Francesco De Peppo

Sanità Italia

Chirurgia bariatrica e obesità infantile: intervista Francesco De Peppo

Specialista in Chirurgia pediatrica, responsabile della U.O. di Chirurgia generale pediatrica della sede di Palidoro dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, esperto di Endoscopia digestiva pediatrica

Roberta Barba

15 Giugno 2024 08:00

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In Italia, il 19% dei bambini e delle bambine di 8-9 anni è in sovrappeso e il 9,8% è affetto da obesità, compresi quelli con obesità grave che rappresentano il 2,6%. Inoltre, il 37% dei bambini e delle bambine consuma legumi meno di una volta alla settimana e più della metà di loro mangia snack dolci più di tre giorni alla settimana. Per quanto riguarda l'attività fisica, più del 70% non si reca a scuola a piedi o in bicicletta e quasi la metà trascorre più di due ore al giorno davanti alla TV, al tablet o al cellulare. Persiste un gradiente geografico Nord-Sud, con prevalenze di eccesso ponderale più elevate tra i bambini residenti nel Sud Italia. Anche le condizioni socio-economiche delle famiglie incidono significativamente sull'eccesso ponderale e sullo stile di vita in generale.
Questi dati provengono dal sito istituzionale dell'Istituto Superiore di Sanità.

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In risposta a queste preoccupazioni, noi di Quotidiano Benessere ci siamo chiesti se un bambino o un adolescente affetto da obesità possa ricorrere alla chirurgia bariatrica. Per ottenere maggiori informazioni, abbiamo intervistato telefonicamente il dott. Francesco De Peppo, Responsabile dell'Unità Operativa Complessa di Chirurgia Pediatrica presso l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Palidoro.

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Dott. De Peppo, come è iniziato il vostro impegno nella chirurgia bariatrica?
"Abbiamo iniziato a occuparci di chirurgia bariatrica in maniera organizzata nel 2012. Nel 2011, l'Ospedale Bambino Gesù ha redatto un piano triennale con diversi obiettivi di sviluppo, tra cui la lotta contro l'obesità pediatrica. Le associazioni dei pediatri e le varie associazioni mediche pediatriche avevano segnalato un drammatico aumento del sovrappeso e dell'obesità severa tra i bambini e gli adolescenti. Già dal 2000 avevo iniziato a trattare con il palloncino intragastrico, e quando è stato deciso di avviare questo progetto di sviluppo, mi è stato assegnato il compito di costituire un team multidisciplinare per gestire questi pazienti".

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Come è organizzato il vostro team e quali specialisti ne fanno parte?
"Il nostro team è composto da dietologi clinici, diabetologi, psicologi, endocrinologi e broncopatologi per la parte respiratoria. Questo perché l'obesità è ormai riconosciuta come una 'malattia cronica multiorgano' e richiede un approccio olistico. Inoltre, trattiamo pazienti adolescenti che presentano ulteriori difficoltà. Il nostro obiettivo è fornire una cura completa che copra tutti gli aspetti della loro salute".

Quali sono i criteri per l'intervento chirurgico sui pazienti pediatrici?
"I nostri parametri sono più stringenti rispetto a quelli utilizzati per gli adulti. Ad esempio, richiediamo un indice di massa corporea (BMI) di 5 punti superiore rispetto ai parametri per gli adulti. L'intervento più comune, la sleeve gastrectomy, viene eseguito solo su pazienti con un BMI superiore a 40, il che indica un sovrappeso di circa 50-55 kg rispetto al peso ideale".

Come gestite l'aspetto psicologico dei pazienti?
"Prima dell'intervento, i pazienti vengono seguiti da psicologi specializzati in disturbi della condotta alimentare. L'età media dei nostri pazienti è intorno ai 14-15 anni, ma abbiamo trattato anche bambini molto più piccoli. In alcuni casi, l'obesità è causata da malattie genetiche che comportano una condotta alimentare fuori controllo e apnee notturne frequenti. Spesso operiamo anche pazienti con problematiche neuropsichiatriche, il cui trattamento è reso difficile dall'obesità. Il supporto psicologico continua anche nel post-operatorio, se necessario".

Quali benefici a lungo termine si possono aspettare dai pazienti dopo l'intervento?
"I benefici del dimagrimento ottenuto con la chirurgia sono ampi e variegati. Dopo il primo anno, molti ragazzi iniziano a fare sport in maniera seria, migliorando il loro umore e la qualità della vita. È fondamentale che i pazienti seguano due regole: incrementare l'attività fisica e rispettare i cinque pasti giornalieri. Se rispettano queste indicazioni, il dimagrimento e il mantenimento del peso raggiunto sono quasi automatici".

È possibile che un paziente necessiti di un secondo intervento?
"L'intervento di sleeve gastrectomy è diventato il più eseguito negli ultimi dieci anni. È concepito come primo passo di un intervento più complesso per i super obesi, che può includere un successivo bypass o minibypass. Questo rimane una possibilità per i pazienti che, dopo 6-8 anni, tornano ad avere un BMI elevato. Tuttavia, lavorando con adolescenti, preferiamo interventi restrittivi che non influenzano lo sviluppo, a differenza degli interventi malassorbitivi che richiedono l'assunzione di integratori per tutta la vita".

Come è la qualità della vita dei pazienti dopo l'intervento?
"I pazienti operati di sleeve gastrectomy conducono una vita normale e possono svolgere qualsiasi tipo di attività. Il supporto psicologico nel post-operatorio è necessario solo in una piccola percentuale di casi, poiché il corpo si adatta positivamente all'intervento. Nonostante la riduzione della capacità dello stomaco, i pazienti generalmente non lamentano di non poter fare, di tanto in tanto, pasti abbondanti, adattandosi naturalmente alle nuove condizioni".

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