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Bottino (Acoi): "Sentenza payback rischia di lasciare i chirurghi a mani nude"

Bottino (Acoi): "Sentenza payback rischia di lasciare i chirurghi a mani nude"

"Se salta un solo attore di questo sistema significa mettere a rischio la vita delle persone"

Redazione

24 Luglio 2024 11:00

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"Abbiamo profondo rispetto della Corte Costituzionale, ma la sentenza sul payback dispositivi medici ricadrà inevitabilmente non solo sulle aziende e su un intero comparto che rischia di entrare in una profonda crisi, ma anche sui nostri pazienti: le loro vite vengono salvate dal gioco di squadra fatto da istituzioni lungimiranti, aziende innovative, chirurghi nelle sale operatorie. Se salta un solo attore di questo sistema significa mettere a rischio la vita delle persone. E con il payback dispositivi medici e la sentenza della Corte Costituzionale si sceglie, in modo incosciente, di eliminare le aziende da questo gioco di squadra. Forse qualcuno non se ne sta rendendo conto"

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E' quanto dichiara Vincenzo Bottino, Presidente dell'Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani, la più grande società scientifica italiana di chirurgia ospedaliera.
"Siamo stati i primi - continua Bottino - a denunciare, nel dicembre 2022, il rischio causato dal payback dispositivi medici: un rischio che, con la sentenza di ieri, significa la desertificazione delle piccole e medie aziende che ci consentono di erogare servizi fondamentali per una sanità sicura. Se a questo si sommano i 21 servizi sanitari regionali presenti nel nostro Paese assisteremmo ancora una volta all'acuirsi delle differenze sulla qualità dei servizi. Chi ci rimette in tutto questo sono i pazienti, le persone che si rivolgono alla Sanità pubblica".

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"Il 24 ottobre a Roma organizzeremo un evento nazionale sul payback dispositivi medici perché vogliamo che le istituzioni e le associazioni dei pazienti si rendano conto in modo chiaro degli effetti di questa sentenza. Ma già nei prossimi giorni - conclude Bottino - incontreremo le aziende, perché siamo consapevoli che senza il loro supporto la nostra diventa una professione impossibile ed per questo siamo stati e continueremo ad essere al loro fianco, e, allo stesso tempo, chiederemo incontri in tutte le Regioni e al Governo nazionale: la sentenza della Corte Costituzionale non è la vittoria di qualcuno, è la sconfitta di tutti. Pazienti compresi".

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Il 'payback' sui dispositivi medici "presenta di per sé diverse criticità, ma non risulta irragionevole in riferimento all'art. 41 della Costituzione, quanto al periodo 2015-2018". E' quanto afferma la Corte Costituzionale che ha depositato due sentenze, la numero 139 e la numero 140, sul meccanismo.
La Consulta afferma che il 'pay back' "pone a carico delle imprese per tale arco temporale un contributo solidaristico, correlabile a ragioni di utilità sociale, al fine di assicurare la dotazione di dispositivi medici necessaria alla tutela della salute in una situazione economico-finanziaria di grave difficoltà".

Per la Corte Costituzionale, inoltre, "il meccanismo non risulta neppure sproporzionato, alla luce della significativa riduzione al 48 per cento dell'importo originariamente posto a carico delle imprese, riduzione ora riconosciuta incondizionatamente a tutte le aziende in virtù della sentenza n.139" . Inoltre, la Corte ha osservato che "la disposizione censurata non contrasta con la riserva di legge prevista dall'art. 23 Cost. per l'imposizione di prestazioni patrimoniali.
Infine, la sentenza 140 ha precisato "che la disposizione censurata non ha natura retroattiva, in quanto il comma 9-bis dell'art. 9-ter, introdotto nel 2022, si è limitato a rendere operativo l'obbligo di ripiano a carico delle imprese fornitrici, senza influire, in modo costituzionalmente insostenibile, sull'affidamento che le parti private riponevano nel mantenimento del prezzo di vendita dei dispositivi medici".

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