All’ospedale di Piacenza, continua l’uso di una procedura avanzata per il trattamento della colecistite acuta con una protesi speciale. Questa tecnica innovativa evita interventi chirurgici rischiosi, soprattutto per i pazienti fragili. “Abbiamo trattato 80 casi negli ultimi due anni e mezzo, con risultati notevoli”, afferma Giovanni Aragona, direttore della Gastroenterologia ed Epatologia.
Grazie alla collaborazione con la Chirurgia d’urgenza, i pazienti, spesso anziani e con patologie multiple, evitano il trattamento chirurgico tradizionale. Vengono dimessi dopo pochi giorni senza tagli sulla pancia, con un recupero molto più rapido.
Persone che arrivano dal Pronto soccorso, ricoverate per colecistite acuta, a cui evitiamo l’intervento chirurgico in urgenza, che potrebbe essere molto rischioso per il paziente e complesso dal punto di vista tecnico per i colleghi chirurghi”. “Siamo partiti da numeri contenuti – continua Aragona –, ma la collaborazione con la Chirurgia d’urgenza diretta da Gaetano Maria Cattaneo ci ha portato a risultati notevoli. Parliamo infatti di persone, in età avanzata e con diverse patologie, definite per l’appunto fragili, che hanno evitato il trattamento chirurgico tradizionale. Con questa procedura, inoltre, i pazienti vengono dimessi dall’ospedale dopo pochi giorni e senza tagli sulla pancia, e il recupero è molto più rapido”.
Ma il drenaggio della colecisti con Lams (questo il nome di queste speciali protesi) non è l’unica procedura avanzata che colloca l’ospedale di Piacenza in una posizione di avanguardia. “Ora possiamo superare – nota Aragona – un blocco nello stomaco, spesso causato da un tumore, utilizzando la stessa tecnica che usiamo per drenare la colecisti. Questo ci permette di creare un nuovo collegamento all’interno dello stomaco per bypassare l’ostruzione. In questi casi il paziente non riesce ad alimentarsi a causa di un’ostruzione e l’unica soluzione è un intervento chirurgico tradizionale. Grazie a questa nuova procedura endoscopica eseguiamo, in circa 30 minuti, lo stesso tipo di intervento ma dall’interno dello stomaco. È una procedura formidabile, eseguita solo dai centri di endoscopia più avanzati a livello europeo. Finora all’ospedale di Piacenza sono stati registrati 15 casi”.
Due procedure ben distinte, quindi, ma assimilabili per il solo fatto che entrambe evitano un complesso intervento chirurgico. “Siamo tra i primi in Italia – prosegue Aragona – ad aver sviluppato e applicato tali procedure in ambito ospedaliero. Questo fa sì che tante persone chiamino anche da fuori regione, attratte da questo approccio poco invasivo. Per adesso queste tecniche sono state autorizzate solo...
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