Una nuova speranza per la cura del cancro arriva da uno studio internazionale a cui hanno dato un importante contributo anche alcuni scienziati napoletani

In Italia un nuovo polo tecnologico per le attività scientifiche di ricerca

Redazione Quotidiano Benessere

La nuova frontiera della ricerca sul cancro parla napoletano. In un filo che collega Napoli agli Usa ecco un nuovo importante passo per la lotta al cancro arriva da ricercatori italiani e napoletani. È stato pubblicato un nuovo studio sulla rivista scientifica “Oncogene” (gruppo Nature) e a firmarlo sono i team dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine della Temple University di Philadelphia, guidato da Antonio Giordano, e dell’Istituto nazionale tumori di Napoli Fondazione Pascale. La ricerca coordinata da Luigi Alfano del Pascale, ha descritto un ruolo finora sconosciuto della proteina Cyclin Dependent Kinase 9 (CDK9) che il gruppo di Giordano ha scoperto nel 1994.

UN NUOVO IMPORTANTE PASSO IN AVANTI PER LA LOTTA CONTRO IL CANCRO ARRIVA DA UNO STUDIO ELABORATO DA UN GRUPPO DI RICERCATORI NAPOLETANI
Lo studio ha descritto un nuovo ruolo per la proteina CDK9 nella regolazione del riparo del DNA. In particolare hanno dimostrato come l’assenza di CDK9, mutata nei tumori, aumenti la sensibilità di queste cellule a trattamenti chemioterapici. “In particolare – dice Luigi Alfano – è come se la proteina CDK9 sorvegliasse il genoma della cellula per evitare la comparsa di errori nella sequenza genica. Di conseguenza la sua alterazione all’interno dei tumori può essere importante per aumentare il carico mutazionale che è alla base della trasformazione e progressione tumorale”.

SCIENZIATI NAPOLETANI DEL PASCALE E DELLO SBARRO HANNO PUBBLICATO UN NUOVO STUDIO SUL RUOLO DELLA PROTEINA CDK9
Dall’altra parte dell’oceano è un altro scienziato che non solo è figlio di Napoli ma continua a mettere in collegamento la grande scuola di ricercatori della città: “questa scoperta – sottolinea Antonio Giordano, presidente dello Sbarro e responsabile del progetto di ricerca – ci permette di aggiungere un nuovo importante tassello alla comprensione di come le cellule scelgono i meccanismi di riparo favorendo la conservazione dell’informazione genetica e riducendo l’insorgenza di mutazioni predisponenti al cancro. Questo è un ottimo risultato, perché la descrizione del ruolo di CDK9, scoperto da noi nel 1994, ci apre la strada alla generazione di nuovi inibitori farmacologici che potranno essere utilizzati sia in monoterapia che in combinazione con altri farmaci, già attualmente in uso, per potenziarne l’effetto antitumorale. Inoltre questa scoperta ci apre la strada ad ulteriori studi per la valutazione di CDK9 come possibile nuovo fattore predittivo della risposta a trattamenti farmacologici che agiscono sul riparo del DNA”.

IN ITALIA UN NUOVO POLO TECNOLOGICO PER LE ATTIVITÀ SCIENTIFICHE DI RICERCA CON IL MONDO BIOTECH
Giordano non si accontenta solo di collaborare con il...

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