Bari, xx marzo 2025 – Solo pochi mesi fa (novembre 2024) l’Heart Team di Anthea Hospital di Bari, Ospedale di Alta Specialità di GVM Care & Research accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale, segnava un primato italiano eseguendo per la prima volta un intervento percutaneo di sostituzione di valvola nativa in posizione mitralica con “Myval” con tecnica combinata endocavitaria ed epicardica.
Questo primato si rinnova con un caso analogo ma con caratteristiche differenti: la collaborazione tra le équipe di Cardiochirurgia e di Emodinamica dell’Ospedale barese di GVM Care & Research ha portato alla messa a punto, nuovamente per la prima volta a livello nazionale, di una procedura di impianto di una “Myval” inserita all’interno di una “vecchia” protesi valvolare biologica ormai disfunzionante (le protesi biologiche, derivate da tessuti animali, hanno una durata limitata nel tempo e possono richiede la programmazione di una sostituzione dopo alcuni anni) in una paziente di 78 anni.
La paziente, la signora Maria di Bari, è giunta ad Anthea Hospital con un trasferimento d’emergenza da un altro ospedale del territorio con un edema polmonare ed uno scompenso cardiaco, che ne comprometteva in maniera severa la capacità respiratoria e di tutti gli altri organi, in particolare quella di reni e fegato.
L’Heart Team, composto dal prof. Giuseppe Nasso, responsabile della Cardiochirurgia di Anthea Hospital di Bari, dal prof. Giuseppe Speziale, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare e Vice Presidente di GVM Care & Research, dal dott. Gaetano Contegiacomo, responsabile dell’U.O. di Emodinamica e Cardiologia interventistica della struttura barese, e dai colleghi Antonio Pignatelli, cardiologo, e Flavio Fiore, anestesista rianimatore, riscontrando un caso analogo a quello trattato a novembre scorso, è riuscito ad intervenire prontamente con esito positivo per la vita della signora.
“La paziente era già stata sottoposta ad un intervento cardiochirurgico di tre bypass e ad una sostituzione valvolare mitralica oltre 10 anni fa. Data la situazione clinica, l’approccio tradizionale a cuore aperto sarebbe stato demolitivo per il cuore e con un rischio proibitivo per la fragilità degli altri organi; non c’erano alternative se non intervenire con l’impianto di una bioprotesi Myval inserita dentro la precedente protesi biologica– spiega il prof. Giuseppe Nasso, responsabile della U.O. di Cardiochirurgia dell’Anthea Hospital –. Anche in questo caso l’approccio ibrido, costruendo una via di navigazione sicura per ...
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