Marco ha 20 anni e oggi nuota a livello agonistico. Un sogno che ha potuto realizzare nonostante il petto escavato, un'anomalia che colpisce 1 ragazzo su 300 ripiegando lo sterno dentro il petto. All'età di 8 anni Marco rischiava di dire addio per sempre a piscine e bracciate, perché il suo disturbo gli provocava difficoltà respiratorie durante gli allenamenti e lo faceva sentire diverso dagli altri. Un anno dopo la svolta, grazie a una speciale 'campana sottovuoto' - la vacuum bell - che applicata periodicamente allo sterno riesce a riportarlo progressivamente in posizione. Il ragazzo ha cominciato la cura a 9 anni, l'ha proseguita per 2 e piano piano il suo problema si è affievolito fino a ridursi quasi completamente. Marco è tornato in acqua e adesso è un nuotatore. Una storia a lieto fine raccontata dall'ospedale Niguarda di Milano, fra i più importanti centri italiani per il trattamento del petto escavato.
L'anomalia interessa soprattutto i maschi, spiegano dall'Asst Grande Ospedale Metropolitano. Inizia a manifestarsi entro i 10 anni, peggiorando nell'età dello sviluppo fino ai 18 anni. Il disturbo "si riscontra in ragazzi molto alti e molto magri, nei quali la crescita in altezza non è bilanciata da una crescita armonica in larghezza", descrive Massimo Torre, direttore della Chirurgia toracica di Niguarda. A volte il petto escavato può essere associato a problemi posturali come la scoliosi, mentre nei casi più gravi può arrivare a causare disfunzioni cardiache e respiratorie. E anche se nella maggior parte dei pazienti si limita a un difetto estetico, senza compromettere le funzioni fisiche, l'impatto psicologico può essere importante. "I ragazzi vivono questa condizione come una malformazione congenita e si sentono osservati come se fossero portatori di una deformità grave", prosegue Torre. "Sono ragazzi che ad esempio non tolgono mai la maglietta, neppure quando vanno in spiaggia, oppure che si autolimitano preferendo andare in montagna ed evitando tutte le situazioni che li esporrebbero agli sguardi degli altri".
Per aiutarli, la diagnosi precoce e una valutazione tempestiva e competente sono cruciali. I medici non specializzati sulle malformazioni toraciche, però, "tendono erroneamente a considerare il petto escavato un difetto che migliora con la crescita e suggeriscono di fare palestra per renderlo meno visibile. In realtà - avverte l'esperto di Niguarda - più si aumenta la massa muscolare e più l'introflessione diventa profonda. Quello che serve veramente è la competenza di un chirurgo toracico o un chirurgo pediatra che valuti l'entità del problema, e di un ospedale che abbia in atto i giusti percorsi per intervenire precocemente".
"I primi ad accorgersi di questa introflessione nel petto - continua Torre - sono gener...
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