Sanità Italia

Sicurezza sul lavoro, nel nuovo numero di dati Inail una panoramica sul mondo della sanità

Il periodico statistico dell'Istituto analizza l'andamento infortunistico e tecnopatico in questo settore di attività, tra i più colpiti dalla pandemia nel triennio 2020-2022, con approfondimenti dedicati agli episodi di violenza contro il personale e ai rischi che possono derivare dall'esposizione a sostanze cancerogene, mutagene e reprotossiche

Redazione Quotidiano Benessere

Il nuovo numero del periodico Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, offre una panoramica aggiornata sul settore della Sanità e assistenza sociale, con approfondimenti dedicati all’andamento degli infortuni e delle malattie professionali, al rischio aggressioni e agli aspetti medico-legali della violenza contro il personale sanitario, oltre a un focus sulle novità legislative per la protezione dei lavoratori contro i rischi che possono derivare dall’esposizione a sostanze cancerogene, mutagene e reprotossiche. 

L’effetto Covid sul quinquennio 2019-2023. Nel 2023 i lavoratori (addetti-anno) del settore erano 1.760.591, pari a oltre il 9% di tutti quelli dell’Industria e servizi, impiegati in 94.222 aziende. Nello stesso anno gli infortuni sul lavoro denunciati sono stati oltre 55mila, il 12% del totale dell’Industria e servizi. L’andamento rilevato nel quinquennio 2019-2023 è altalenante, a causa dell’effetto dei contagi professionali da Covid-19 nel triennio 2020-2022, con la sovraesposizione del personale sanitario al rischio di contrarre il virus. Nel primo anno della pandemia, infatti, le denunce complessive sono triplicate, raggiungendo i 167mila casi. Dopo il dimezzamento dei casi nel 2021, la riacutizzazione del virus ha provocato un nuovo aumento nel 2022, con oltre 146mila denunce. I decessi denunciati nel 2023 sono 25, il dato più basso del quinquennio, nel quale spiccano le 215 vittime del 2020.

Tre denunce su quattro riguardano le donne. Gli infortuni avvengono in gran parte in occasione di lavoro, ma la quota del 21% di quelli occorsi in itinere, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, supera di tre punti percentuali quella rilevata nel complesso dell’Industria e servizi. A contraddistinguere il settore della sanità e assistenza sociale è anche l’elevata percentuale di eventi riguardanti le donne, pari mediamente a tre quarti di tutte le denunce e coerente con i dati occupazionali, che vedono in ambito sanitario una presenza importante di lavoratrici. I nati all’estero rappresentano il 15% degli infortunati, in particolare rumeni (1.465 denunce nel 2023), peruviani (1.060), albanesi (549) e marocchini (441).

Più a rischio infermieri e ostetriche. Le professioni in prima linea sono anche le più coinvolte negli infortuni sul lavoro: tre incidenti su 10 interessano infermieri e ostetriche, uno su quattro professionisti qualificati nei servizi sanitari e sociali come operatori sociosanitari, assistenti alla poltrona e puericultrici, seguiti a distanza da addetti all’assistenza personale, ausiliari, personale addetto alla riabilitazione e autisti, compresi i conduttori di ambulanza. Il 48,3% degli infortunati ha più di 49 anni. La fascia 50-6...

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