Rivoluzione green antitumorale: dalle bucce dell’uva arriva una risposta per la lotta al cancro che dimezza le dosi della chemioterapia mentre la capsaicina contrasta il mesotelioma polmonare.
Un team di ricercatori ha fatto una scoperta che potrebbe trasformare radicalmente il modo in cui trattiamo i pazienti oncologici: l’acido oleanolico, una molecola naturale presente in molte piante, è in grado di potenziare l’efficacia dei farmaci chemioterapici, consentendo di ridurne significativamente le dosi. Questa scoperta apre nuove prospettive per una chemioterapia più sicura, con meno effetti collaterali e un maggiore benessere per i pazienti.
La ricerca è degli scienziati dello Sbarro Institute e descrive un nuovo potenziale ruolo dell’acido oleanolico come modulatore della risposta al danno al DNA in seguito al trattamento con camptotecina, una molecola naturale in grado di inibire la proliferazione delle cellule tumorali.
La camptotecina è stata estratta per la prima volta dalla corteccia della Camptotheca acuminata (un albero originario della Cina).
La somministrazione di acido oleanolico in combinazione con camptotecina per la chemioterapia antitumorale può ridurre la quantità di farmaco necessaria e aumentare l’efficacia del trattamento.
I risultati fanno parte di un nuovo programma di ricerca incentrato sull’identificazione di nuove molecole per la terapia del cancro derivate da estratti naturali.
Lo studio intitolato “L’acido oleanolico modula la risposta al danno del DNA alla camptotecina che aumenta la morte delle cellule tumorali” è stato pubblicato la scorsa settimana sull’International Journal of Molecular Sciences (IJMS).
Il gruppo di ricerca, di cui fanno parte anche anche i professori Martino Forino e Luigi Frusciante dell’Univeristà Federico II di Napoli che hanno prodotto gli estratti naturali da cui è stata isolata la molecola, è guidato da Antonio Giordano (nella foto), direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine presso la Temple University, professore di Patologia all’Università di Siena e Fondatore della Sbarro Health Research Organization (SHRO), insieme a Luigi Alfano dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale, Napoli, Italia.
I ricercatori che lavorano con SHRO e Giordano sono stati responsabili di numerose scoperte rivoluzionarie nel campo della biologia molecolare e della medicina di precisione, tra cui il potenziale della capsaicina per migliorare il trattamento del mesotelioma, uno studio sul ruolo del CDK9 in oncologia e un bersaglio genetico per ridurre la crescita dei vasi sanguigni nei tumori del glioblastoma.
In questo nuovo studio, l’acido oleanolico è s...
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