RISPETTO: sentimento e atteggiamento che nasce dalla consapevolezza del valore di qualcosa o di qualcuno; osservanza; nella locuzione prepositiva ‘rispetto a’, in confronto a qualcosa o qualcuno. La parola è entrata sempre più nell’uso comune, soprattutto alla luce degli episodi di odio e alle offese che spesso si ricevono sui social da parte di personaggi famosi ma anche di professionisti come nel caso del personale sanitario.
ETIMOLOGIA. Rispètto (ant. respètto) s.m. Dal latino respÄctus-us, derivato di respicÄre che significa ‘guardare indietro’, quindi ‘considerare, aver riguardo’, la parola rispetto ha come primo significato quello di “sentimento di deferenza e di stima nei confronti di una persona ritenuta degna”. La parola ha anche come accezione quella di “sentimento che induce a riconoscere i diritti, il ruolo, la dignità, il decoro di persone o di cose e fa astenere dal recare loro offesa; l’atteggiamento o gli atteggiamenti che ne derivano”.
Si chiede rispetto, si porta rispetto, si merita, si incute, si esprime, si manca di rispetto. Ma che cos’è questo rispetto, che affolla tanto i nostri discorsi, che ora si strascica fra sfumature stolidamente orgogliose, che ora incede fra altre di umiltà vibrante e nobile?
Il rispetto è il guardarsi indietro. Si procede, ed è avanti che si guarda, tutta avanti è la nostra attenzione. Ma il rispetto è quel momento di dubbio, di ricerca, di riflessione che ci ferma un attimo. Voltandoci, abbandonando un istante la prospettiva della nostra corsa, del nostro volo, ci si apre tutto ciò che sta dietro, ci si presenta tutto ciò che viene lasciato indietro, quell’enorme cattedrale di sentimento, di pensiero, di valore che non esiste fuori dalle considerazioni del rispetto. Il rispetto non ha il tono assoluto della dignità, si confà male ad usi strepitosi, orgogliosi e cerimoniali. È un fenomeno intimo, di volizione spontanea. Non si può chiedere: il rispetto se lo chiedi si stronca. Chiedendo, richiamando si può suscitare stima, riguardo, consapevolezza, ma la cifra del rispetto sta in quell’istantanea, spontanea, intima volontà di voltarsi - e che solo per modo di dire si porta, si merita, si ha. Forse il rispetto si può soltanto ‘fare’.
L’importanza di rispettare gli altri e ciò che ci circonda
La parola veniva usata già nell’antichità quando Democrito, filosofo greco antico cofondatore dell’atomismo, per primo pone come principio dell’etica: “Non devi aver Rispetto per gli altri uomini più che per te stesso né agir male quando nessuno lo sappia più che quando tutti lo sappiano; ma devi avere per te stesso il massim...