Salute e benessere

Premiato l'alpinista messinese Nunzio Bruno

Scalatore e ideatore del progetto "In cima al Mondo con me"

Redazione Quotidiano Benessere

“L’ascensione di una montagna non è uno sport. O meglio, lo è dal punto di vista fisico, ma la montagna è un avversario che non si può sfidare, la montagna però ascolta, passo dopo passo, lentamente tira fuori tutto quello che hai da dire. La montagna assieme alle nuvole ascolta soprattutto il motivo per cui sei lì. Voglio continuare a scalare montagne, il loro potente fascino e anche il loro inesorabile mutamento causato dal cambiamento climatico. La natura della montagna è forte, pura e incontaminata, ricca di quella spiritualità di cui abbiamo nuovamente bisogno, piena di energia in grado di cambiare le persone, in meglio. L’obiettivo è una sfida con me stesso ed ha un valore sociale, perché pone l’attenzione sulle malattie neurovegetative poco conosciute di cui soffrono molte persone” lo ha dichiarato Nunzio Bruno.  

Lo scalatore messinese Nunzio Bruno è stato presentato al pubblico da Domenico Interdonato consigliere ANA Sezione Sicilia, il quale gli ha chiesto di mostrare ai presenti la bandiera della Sicilia, che lo ha accompagnato su tutte le vette. La cerimonia si è conclusa con l’intervento del Capogruppo degli Alpini di Messina Giuseppe Minissale, la sobria cerimonia si è svolta nel piazzale di Forte Cavalli.  Il capogruppo Minissale ha dichiarato: “a Nunzio dono il nostro gagliardetto da portare nella sua prossima impresa. Abbiamo voluto premiare lo spirito nobile del progetto “In Cima al mondo con Me” e l’alpinista, che ha saputo scalare le maggiori vette del mondo, dal Kilimanjaro (5.895 m) in Africa, passando in Sud America con l’Aconcagua (6.961 m) per finire in Nepal con l’ottava montagna più alta del mondo il Manaslu (8.163 m)”. L’alpinista Nunzio Bruno, ha 44 anni è una guida escursionistica, vive a Messina ed ha girato il mondo. Prima di scoprire l’amore per la montagna, lavorava in un altro campo. Ogni giorno sognava di cambiare vita, di mettersi alla prova. A un certo punto ha deciso di farlo davvero e si è ritrovato a 4.000 metri e a 20 gradi sotto zero, sulla montagna più alta del Marocco, il Jbel Toubkal. Il viaggio alla scoperta di sé, è stato accompagnato dall’affetto della famiglia e soprattutto dalla grande forza della madre, a cui ha dedicato il progetto. Proprio a “Lei” che gli ha dato la vita, e che soffre di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), contro la quale lotta con un coraggio ed una forza che solo una Madre può avere.

L’impegno è stato quello di raccoglier...

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