AGI - Le aree a rischio di trasmissione della malaria in Africa potrebbero diminuire più di quanto precedentemente previsto a causa dei cambiamenti climatici nel 21° secolo, suggerisce un insieme di modelli ambientali e idrologici. I modelli combinati prevedono che l’area totale di adeguata trasmissione della malaria inizierà a diminuire in Africa dopo il 2025 fino al 2100, compresa l’Africa occidentale e fino all’estremo oriente fino al Sud Sudan. Lo dimostra una nuova ricerca intitolata “L’idoneità ambientale futura della malaria in Africa è sensibile all’idrologia” finanziata dal Natural Environment Research Council ed è pubblicata oggi sulla rivista Science. I metodi precedenti utilizzavano i totali delle precipitazioni per indicare la presenza di acque superficiali adatte alla riproduzione delle zanzare, ma la ricerca condotta dall’Università di Leeds ha utilizzato diversi modelli climatici e idrologici per includere processi reali di evaporazione, infiltrazione e flusso attraverso i fiumi. Questo approccio innovativo ha creato un quadro più approfondito delle condizioni favorevoli alla malaria nel continente africano. Ha inoltre evidenziato il ruolo dei corsi d’acqua come il fiume Zambesi nella diffusione della malattia, poiché si stima che quasi quattro volte la popolazione viva in aree adatte alla malaria per un massimo di nove mesi all’anno rispetto a quanto si pensasse in precedenza. Il dottor Mark Smith, professore associato di ricerca sull’acqua presso la School of Geography di Leeds e autore principale dello studio, ha dichiarato: “Questo ci fornirà una stima fisicamente più realistica di dove in Africa migliorerà o peggiorerà la malaria.
“Man mano che diventano disponibili stime sempre più dettagliate dei flussi d’acqua, possiamo utilizzare questa comprensione per indirizzare la definizione delle priorità e la personalizzazione degli interventi contro la malaria in modo più mirato e informato. Ciò è davvero utile date le scarse risorse sanitarie spesso disponibili”. La malaria è una malattia trasmessa da vettori sensibile al clima che ha causato 608.000 morti su 249 milioni di casi nel 2022. Il 95% dei casi globali sono segnalati in Africa, ma negli ultimi anni la riduzione dei casi è rallentata o addirittura invertita, in parte attribuita a uno stallo negli investimenti nelle risposte globali al controllo della malaria. I ricercatori prevedono che le condizioni calde e secche causate dai cambiamenti climatici porteranno a una diminuzione complessiva delle aree adatte alla trasmissione della malaria dal 2025 in poi. Il nuovo approccio basato sull’idrologia mostra anche che i cambiamenti nell’idoneità alla malaria si osservano in luoghi diversi e sono più sensibili alle future...
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