Marco Scatizzi è il presidente uscente dell' Associazione chirurghi ospedalieri italiani (Acoi), direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia generale degli ospedali Santa Maria Annunziata e Serristori di Firenze. È socio fondatore della Società PeriOperative Italian Society (POIS) e membro di molteplici associazioni mediche tra le quali l’Associazione Europea dei Chirurghi Endoscopici e la Società Italiana di Chirurgia Oncologica.
Abbiamo intervistato il dottore Scatizzi in merito al ruolo attuale delle società scientifiche, sulla chirurgia di ieri versus quella di oggi e sul ruolo del giovane chirurgo nella chirurgia moderna.
Dottore Scatizzi da presidente uscente di Acoi, può spiegarci qual è il ruolo delle società scientifiche oggi?
"ACOI è la più grande Società scientifica chirurgica d'Italia, conta oltre 6.000 soci, questa è la sua forza, oggi una Società come la nostra ha l'onere di fare scienza attraverso, studi clinici cooperativi, inoltre abbiamo fondato una rivista scientifica indexata, Journal of Italian Surgical Association, per dare ai nostri soci un impulso alla pubblicazione scientifica, ma la società scientifica ha anche l'obbligo di formare le giovani generazioni, abbiamo rifondato le Scuole ospedaliere, riunendo 12 nuovi Corsi di Alta formazione in un'unica Scuola Nazionale Ospedaliera di Chirurgia (SNOC) spalmata su tutto il territorio nazionale ed infine abbiamo ingaggiato una battaglia sulla formazione ospedaliera e sul contenzioso legale che sono alla base del disinteresse dei giovani per la Chirurgia Generale, con grave danno per la Società civile, per tutti noi".
Da chirurgo di comprovata esperienza, invece, ci spiega come è cambiata la chirurgia nel tempo? Come cambierà la vita del chirurgo nei prossimi 10 anni tra robotica e intelligenza artificiale?
"Nel corso degli ultimi trent'anni la Chirurgia generale, ha virato verso l'approccio mini invasivo, laparoscopico prevalentemente ed anche robotico, abbiamo imparato a rispettare di più il corpo dei nostri pazienti con interventi meno aggressivi e supportandoli in percorsi di riabilitazione molto rapidi e psicologicamente meno aggressivi, ottenendo risultati incredibili sia sul cancro che sulle patologie degenerative ed infiammatorie, contribuendo significativamente al miglioramento della salute dei pazienti che hanno avuto bisogno di un intervento chirurgico. Ogni cambiamento ha intrinsecamente delle potenzialità e dei rischi, niente è buono o cattivo, se sapremo gestire le potenzialità soprattutto dell'I.A. avremo la possibilità di migliorare ulteriormente tanti aspetti delle cure che già oggi sono molto efficaci".
Lei, cosa ne pensa dell'applicazion...
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