Salute e benessere

Dislessia: il Comics Sans è davvero un font che aiuta la lettura?

Non è certo solo una questione di font utilizzato ma anche di una corretta formattazione del testo

Redazione Quotidiano Benessere

È un disturbo specifico dell’apprendimento che non riguarda solamente la visione distorta delle parole (strefosimbolia) o la confusione tra alcune lettere e cifre (discalculia) ma è proprio tutta la sfera dell’apprendimento legato al linguaggio ad essre coivolta. L'ostacolo più grande è sicuramente la lettura e la comprensione del testo. 

In base all’indagine del 2020/2021, gli alunni frequentanti le scuole italiane a cui è stato diagnosticato un disturbo specifico dell’apprendimento sono 326.548, pari al 5,4% del loro numero complessivo. 
Allora come fare per agevolare la lettura, quale tipologia di carattere (font) può essere considerato adatto per la dislessia? La risposta che molti potrebbero dare è sicuramente comics sans, il famosissimo font con caratteri tondeggianti e irregolari, principalmente usato per rendere il testo più ‘giocoso’ e impersonale. Per molti anni considerato uno tra i pochi ad essere ‘dislessia frendly’. È sicuramente un font che spacca le opinioni delle persone perfettamente in due direzioni, c’è chi lo apprezza e c’è chi lo odia. Venne disegnato nel 1994 da Vincent Connare pensato per sostituire l’istituzionale Times New Roman, a ispirare la creazione dei caratteri furono i font usati nei fumetti con protagonisti super eroi, infatti il nome stesso suggerisce il suo corretto utilizzo, sarebbe inopportuno usarlo per qualsiasi cosa che non riguardi i ‘comics’ cioè fumetti.

Può essere un alleato per dislessici? Una premessa necessaria, per rispondere a questa domanda va sicuramente fatta, è necessario comprende quali caratteristiche dovrebbe avere un font per essere considerato ad alta leggibilità. Sapendo che la principale difficoltà è la lettura che molte volte avviene lentamente per poter decifrare ogni singola lettere e quindi comprendere le singole parole, è necessario un font il più lineare e pulito possibile evitando tutte quelle codine che accompagnano i caratteri, le così dette ‘grazie’ o ‘serif’ (es. Times New Roman). Ogni carattere dovrebbe essere ben identificabile e distinguibile sopratutto le lettere ‘b’ e ‘d’, ‘p’e ‘q’, sono queste infatti ad essere maggiormente confuse. ‘C’, ‘e’ ed ‘o’ e tutto le lettere che presentano aperture devono essere ben ampie in modo da non confonderle con quelle chiuse, anche lo spazio tra loro è fondamentale per evitare che la visione della parola appaia confusa e pasticciata. Un altro aspetto molto importante è si...

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