Sanità Italia

Da Assisi a Roma, a piedi in 6 giorni, per raccogliere fondi per l'Oncologia dell'ospedale di Santorso (VI)

Sulle tracce del percorso compiuto da San Francesco, per raccogliere fondi per l'Oncologia dell'ospedale di Santorso

Redazione Quotidiano Benessere

Da Assisi a Roma a piedi in 6 giorni di cammino, sulle tracce del percorso compiuto da San Francesco, per raccogliere fondi per l’Oncologia dell’ospedale di Santorso: è questa l’impresa sportiva e solidale realizzata da Luca Cortese, ex sindaco di Sarcedo, culminata in una donazione di circa 2.700 euro che è stata formalmente consegnata questa mattina all’ULSS 7 Pedemontana.

«L’idea - spiega Luca Cortese - è nata dopo avere constatato la qualità dell’Oncologia di Santorso, dove mia madre è stata assistita: sentivo di voler fare qualcosa che fosse un riconoscimento per la competenza e l’umanità di tutto il personale del reparto e allo stesso tempo un modo per tenere alta attenzione su questa malattia. Voglio ringraziare l’Associazione Raggio di Sole e il gruppo podistico che ci ha sostenuto, ma soprattutto quanti hanno voluto contribuire all’iniziativa con una donazione».  L’Associazione Raggio di Sole mette a disposizione dei pazienti molti servizi e attività dalla grande importanza a supporto dei trattamenti strettamente sanitari, come il counseling psicologico, dietetico e molte attività sportive su misura per le possibilità dei pazienti, portando benefici fisici e creando allo stesso tempo preziose occasioni di socialità e confronto essenziali.

Il ricavato, spiega il dott. Franco Bassan, Direttore dell’U.O.C. Oncologia dell’ULSS 7 Pedemontana, sarà utilizzato per finanziare progetti di formazione per il personale, in particolare quello infermieristico, ma anche per contribuire a iniziative rivolte direttamente ai pazienti.  «Ringrazio Luca Cortese, l’Associazione Raggio di Sole e quanti hanno sostenuto l’iniziativa con una donazione - commenta il Direttore Generale dell’ULSS 7 Pedemontana Carlo Bramezza -. Il fatto che da un’esperienza difficile sul piano umano come la malattia sia nato un gesto di così grande generosità, che a propria volta ha spronato l’attenzione e saputo coinvolgere molti altri cittadini, la dice lunga sul rapporto anche umano che si crea tra le nostre équipe e i pazienti con i loro familiari».

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