In una società caotica e movimentata come la nostra, per molti di noi è divenuto quasi normale sacrificare ore di sonno da destinare al lavoro o ad altri impegni; il parere dei medici, però, non è mai cambiato: chi dorme poco rischia alla lunga di subirne gli effetti, più o meno gravi. Gli stacanovisti, gli ansiosi che faticano a prendere sonno, gli appassionati delle maratone delle serie tv e i nottambuli in generale sono categorie potenzialmente a rischio. Dormire poco e male non fa bene al nostro organismo. Non si tratta di un semplice monito da ascoltare con scarso interesse, ma di un allarme vero e proprio lanciato dagli esperti che conoscono bene la problematica. Un riposo scorretto, oltre a incidere negativamente sul nostro umore e sul nostro rendimento, può portare all'insorgenza di patologie più o meno gravi, a seconda della risposta del nostro corpo. È infatti opportuno ricordare che non siamo tutti uguali, e non tutti reagiamo allo stesso modo a determinati fattori.
In linea di massima, però, fra le malattie che possono più comunemente colpire chi dorme poco abbiamo l'obesità e il diabete, ma anche l'ipertensione arteriosa. Fra le conseguenze di uno scarso e/o cattivo riposo troviamo anche un indebolimento del sistema immunitario, con tutto ciò che ne consegue. Infine, fra le patologie più gravi, sono indicate il Parkinson e l'Alzheimer. Da qui l'importanza di dare il giusto valore e il giusto tempo a un momento così importante della giornata, spesso messo in secondo piano. Dormire fa bene, e non si può farne a meno.
Si parla ancora troppo poco del problema. Spesso, quando si affrontano i disturbi collegati al sonno, si tende a parlare di "insonnia", come se questa potesse definirli tutti. "L'insonnia è uno dei tanti disturbi del sonno", spiega invece ad Ansa Giuseppe Plazzi, responsabile della ricerca Disturbi del sonno e ritmi biologici presso l'Istituto di scienze neurologiche di Bologna (Irccs). Plazzi è anche presidente dell'European narcolepsy network (Eunn). "Sono sei le categorie fondamentali di disturbi del sonno, l'insonnia è certamente una di queste ed è anche la più frequente, quindi quella con la più alta prevalenza ed incidenza. Gli altri disturbi sono quelli del respiro legati al sonno, i disturbi da ipersonnia diurna quindi l'ipersonnia di origine centrale, i disturbi del ritmo circadiano, le parasonnie e i disturbi del movimento durante il sonno. L'insonnia, in particolare, può essere cronica o di breve durata e si caratterizza da un sonno di scarsa qualità, di breve o insufficiente durata", aggiunge il p...
Leggi l'articolo completo su QuotidianoBenessere.it