Non si vede e non si sente, ma può fare tanti danni: il colesterolo LDL viene chiamato il ‘killer silenzioso’ perché è ormai riconosciuto come causa diretta di arteriosclerosi e quindi di problemi cardiovascolari come l’infarto e l’ictus. Così il livello di colesterolo è, con pressione e glicemia, uno dei ‘numeri’ che chiunque dovrebbe conoscere per avere un’idea del proprio rischio cardiovascolare: ne hanno parlato a Il Tempo della Salute Pasquale Perrone Filardi, presidente Società Italiana di Cardiologia, Fabrizio Oliva, presidente dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, e Vincenzo Contursi, presidente della Società Italiana Cure Primarie, sottolineando prima di tutto che le soglie di sicurezza sono diverse per ciascuno, in base a vari criteri.
e in passato infatti i ‘numeri’ giusti erano più o meno gli stessi per tutti oggi si è capito che fattori come l’età, la familiarità per malattie cardiovascolari, il sesso (almeno fino alla menopausa) e la presenza di altri fattori di rischio, come l’ipertensione o il diabete, concorrono a determinare la soglia da non oltrepassare per ciascuno. Come ha spiegato Oliva «Ognuno dovrebbe conoscere il proprio livello di colesterolo LDL, fin da giovane; poi, in base agli altri elementi di rischio presenti, l’obiettivo a cui tendere può essere restare al di sotto di 100 mg/dl, se non ci sono elementi che aumentano la probabilità di eventi cardiovascolari, ma può dover scendere anche al di sotto di 50 mg/dl, se il pericolo è elevato. E bisogna intervenire presto, se si è oltre il livello di guardia: quando il colesterolo rimane alto per tanto tempo, fa danni».
L’obiettivo sarebbe la prevenzione ‘primordiale’, come ha aggiunto Perrone Filardi: «Si tratta di una prevenzione perfino precedente a quella primaria, che è mirata a chi non ha avuto un evento cardiovascolare: è una prevenzione con l’obiettivo di evitare la comparsa dei fattori di rischio che peggiorano il profilo di pericolo, che punta a non far sviluppare la pressione alta o il diabete, a non diventare obesi. Per riuscirci occorre un’educazione alla salute fin da giovanissimi, sarebbe questa la vera prevenzione». E’quella che si mette in pratica con lo stile di vita sano, fatto di dieta equilibrata e movimento regolare, su persone in salute che dovrebbero restarlo grazie alle buone abitudini. Purtroppo le persone sane o che si ritengono tali, per esempio perché non hanno avuto mai eventi cardiovascolari o non si sono mai controllate i valori di pressione o glicemia, o perché hanno il colesterolo non troppo elevato ma comunque oltre i limiti, «Possono essere più complicate da...
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