Perdere peso per proteggere il cuore.
Oltre la metà delle malattie cardiache dipende infatti dai chili di troppo e per ogni 2 anni in più vissuti con peso extra, il rischio è più alto del 7%. A puntare il faro sull'impatto dei chili in eccesso rispetto allo stato di salute generale, e del cuore in particolare, sono i cardiologi: salute del cuore e peso, avvertono, sono tanto strettamente correlati che tale condizione può essere definita con il termine unico di cardiobesità. Dal loro 85/mo congresso nazionale, gli esperti della Società Italiana di Cardiologia (Sic) lanciano dunque una nuova parola d'ordine: 'Dare peso al peso'.
Ma ancora più della bilancia, spiegano gli esperti, conta il grasso viscerale, che è possibile misurare con l''indice di rotondità', dato dal rapporto tra misura del girovita e altezza, e che potrebbe essere un fattore predittivo del rischio cardiovascolare. Non solo infarto e ictus, ma anche scompenso cardiaco e fibrillazione atriale dipendono direttamente dai chili di troppo che affliggono 4 italiani su 10 obesi o in sovrappeso. I soggetti obesi presentano un rischio di fibrillazione atriale di quasi il 50% più alto rispetto agli individui normopeso, del 64% di andare incontro a infarto e ictus e del 30% di sviluppare scompenso cardiaco. Un quadro complessivo allarmante che ha spinto la Società Europea di Cardiologia a collocare l'Italia, nel recente documento di consenso sulla prevenzione cardiovascolare, tra i Paesi a rischio intermedio, con il 33% degli italiani in sovrappeso e il 12%, circa 6 milioni, obesi.
"Va condannato il body shaming ma non va 'normalizzata' l'obesità perché è una malattia cronica che causa l'insorgenza di oltre la metà delle malattie cardiache - dichiara Pasquale Perrone Filardi, presidente Sic -. L'eccesso adiposo, infatti, non solo potenzia i fattori di rischio tradizionali come pressione alta, colesterolo, trigliceridi e diabete di tipo 2, ma comporta anche un incremento dell'infiammazione generale e del grasso viscerale con l'irrigidimento delle arterie (aterosclerosi) che possono aumentare il rischio di coaguli di sangue e causare ictus". Anche la durata dell'obesità pesa sul cuore, "proprio a causa della progressiva calcificazione coronarica, e convivere con i chili in eccesso per decenni, ma anche solo per qualche anno, può fare la differenza per la salute di arterie e coronarie", afferma Ciro Indolfi, past president Sic. È importante tuttavia sottolineare che basta un calo di peso di 1 kg su 10 per ridurre del 21% il rischio di eventi cardiovascolari maggiori nei successivi 10 anni, precisa Francesco Barilla, presidente della Fondazione Cuore siamo Noi della Sic. "Si tratta di un obiettivo realistico che può rientrare tra i buoni propositi per il nuovo anno", aggiunge.
Altro indicatore cruciale ...
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