La VI Commissione “Sanità” del Comune di Caltanissetta, presieduta dal consigliere Vincenzo Piscopo, ha audito il direttore del Presidio ospedaliero S. Elia Benedetto Trobia per essere informati sulla situazione del personale sanitario in atto al nosocomio nisseno e comprendere meglio eventuali criticità sollevate dai cittadini.
“Riteniamo molto importante mantenere un dialogo aperto e costruttivi con i vertici della sanità nissena per poter essere un importante ponte comunicativo tra i cittadini – utenti e l’amministrazione pubblica”, ha spiegato il presidente Piscopo.
All’incontro era presente anche il vicepresidente della VI commissione Cristian Genovese e i consiglieri Vincenzo Cancelleri, Felice Dierna, Roberto Gambino, Federica Scalia e Carlo Vagginelli.
Il dottore Trobia ha risposto con chiarezza e precisione a tutte le domande che la Commissione ha ritenuto necessario rivolgergli soffermandosi, in particolare, su due aspetti. Il primo riguarda l’autorizzazione concessa dall’Assessorato regionale per l’emanazione di 4 concorsi di struttura complessa che andranno a colmare le carenze nei reparti di ginecologia e ostetricia, pediatria, urologia e UTIC.
Per gli altri reparti sono state attivate le procedure concorsuali per l’assunzione di personale medico oltre al tutoraggio già in essere per la metodica ERCP e per la Neuroradiologia. Tutte prassi tipiche per una struttura che, come il S. Elia, è identificato come un DEA di II livello. Un altro aspetto che la Commissione consiliare ha voluto approfondire è stato quello legato ai tempi d’attesa per poter fruire di una prestazione sanitaria. Anche in questo caso il direttore Benedetto Trobia ha voluto chiarire che l’ASP di Caltanissetta sta già lavorando sull’abbattimento delle liste d’attesa avendo già concluso, a settembre, le richieste avanzate nel 2023 e che dal mese di ottobre si sta già lavorando per quelle avanzate nel 2024.
Tempistiche che, secondo quanto affermato durante l'incontro, andranno ulteriormente ad assottigliarsi nel momento in cui diventeranno operative le “Case di Comunità”. Queste realtà, infatti, allargando la disponibilità di erogare prestazioni ambulatoriali, ridurranno il carico di richieste che è chiamato a gestire ciascun reparto dell’ospedale. Ciò non implica una minore attenzione alle necessità dei cittadini utenti bensì la presa in carico in strutture diversificate mantenendo la competenza di qualità del personale sanitario.
Il vicepresidente Genovese, a margine dell’incontro, ha chiesto e ottenuto, previa autorizzazione della Direzione strategica, la disponibilità di poter programmare ulteriori incontri da svolgersi non soltanto a Palazzo del Carmine ma all...
Leggi l'articolo completo su QuotidianoBenessere.it