Sanità Italia

Anelli: 'Cresce il malcontento, medici verso lo sciopero'

Il presidente dell'Ordine: 'I fondi non bastano, contratto fermo. Il ministro ci convochi'

Redazione Quotidiano Benessere

Dal mancato rinnovo contrattuale alle risorse per la sanità giudicate "del tutto insufficienti", il 2025 si apre in salita ed i sindacati, insieme all'Ordine, sono sul piede di guerra: il 25 gennaio le sigle di categoria si incontreranno per decidere le forme della mobilitazione ed il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, avverte che si va verso lo sciopero o una manifestazione pubblica "imponente". 

Un malessere che riguarda sia i camici bianchi del Servizio sanitario nazionale sia i medici di famiglia, a fronte del quale Anelli chiede a al ministro della Salute Orazio Schillaci l'apertura immediata di un tavolo permanente poiché finora, afferma, "è mancato un vero confronto". Dall'altra parte, Schillaci, in un'intervista a La Stampa, ribadisce l'impegno del governo sottolineando che "il maggior fattore di crisi sono i definanziamenti del passato e la mancata programmazione. Noi ci siamo occupati subito di medici e infermieri. Oggi - sottolinea - paghiamo di più gli straordinari e li tassiamo di meno".

Schillaci si dice inoltre sicuro che presto si vedranno i primi risultati delle misure per tagliare le liste di attesa, grazie alla prossima attivazione della piattaforma nazionale di monitoraggio, e ricorda che "si sta lavorando per assicurare una adeguata presenza dei medici di famiglia nelle case di comunità in modo che gli assistiti possano sempre trovarne uno, almeno nelle ore diurne, sette giorni su sette". L'obiettivo è anche un nuovo sistema di formazione che porti all'istituzione di una vera specializzazione universitaria per la Medicina generale. La posizione della categoria, però, resta critica. Il punto, rileva Anelli all'ANSA, è che "il disagio della professione è troppo alto e non c'è una vera interlocuzione col governo sui vari temi".

Tra le questioni calde anche l'ipotesi del passaggio ad un regime di dipendenza dal Ssn per i medici di famiglia: "Questa idea mi pare assurda. Se l'obiettivo è garantire la loro presenza nelle Case di comunità, il contratto attuale già prevede che ciascun medico impieghi 6 ore settimanali per le Asl, per un totale di 20 milioni di ore, dunque la copertura è già assicurata. Sarebbe insensato privare i cittadini del proprio medico in ambulatorio".

Ma il vero braccio di ferro è sulle risorse: "Va sgombrato il campo dicendo chiaramente che, in realtà, aumenti non ce ne sono: i 17 euro in più al mese previsti per i medici, infatti, sono davvero nulla. Il problema di fondo - incalza Anelli - resta il livello medio degli stipendi in Italia rispetto all'Europa: noi siamo vicini alla Romania e ai Paesi dell'Est, non alla Francia o alla Germania". Da qui, "la scelta di molti medici di lasciare o di div...

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