La prima a sperimentarlo è stata mamma Teresa, che nei giorni scorsi, ha dato alla luce con parto cesareo Riccardo, avendo sempre accanto il supporto del papà, Gianni. Una novità quella della presenza del papà in sala parto durante un cesareo, già adottata in altri ospedali e che adesso fa parte anche delle procedure del “Lotti” di Pontedera.
Il piccolo Riccardo ha ricevuto le attenzioni del personale del nosocomio pontederese (che vanta un basso numero di parti cesarei, in linea con le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità) e appena ha emesso il primo vagito è stato posto sul seno materno, iniziando subito il contatto pelle a pelle, sempre sorvegliato dall’equipe multidisciplinare appositamente formata, composta medici, ostetriche e infermiere dei reparti di ostetricia e ginecologia, di pediatria e di anestesia e rianimazione e blocco operatorio. Grazie al contatto pelle a pelle, Riccardo, dopo pochi minuti, ha fatto la prima poppata: momenti fondamentali entrambi, raccomandati dalle linee guida OMS e Unicef, perché favoriscono un miglior adattamento nella vita extrauterina e, grazie alle prime gocce di colostro, una colonizzazione batterica intestinale ottimale per lo sviluppo efficace del sistema immunitario e di conseguenza per la prevenzione delle patologie infantili.
Il primo parto cesareo “dolce” all’ospedale “Lotti” di Pontedera è il frutto di una lunga e attenta preparazione interdisciplinare e completa l’offerta assistenziale di un percorso nascita caratterizzato dalle buone pratiche. Nella foto di gruppo il personale sanitario che ha contribuito a questo bel risultato: da sinistra Martina Liut (ginecologa, direttrice Ostetricia e ginecologia degli ospedali di Pontedera e Volterra), Greta Ghio (coordinatrice ostetricia/ginecologia), Barbara De Santi (ostetrica, coordinatrice dell’Area materno infantile e consultori), Nicoletta Fantozzi (ostetrica), Ginevra Colucci (ostetrica), Camilla Rosi (ginecologa).
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